Cosa può (e non può) fare una società di recupero crediti (nel 2025)
13 novembre 2025
Guida pratica per consumatori in difficoltà
Introduzione
Ricevere una lettera o una telefonata da una società di
recupero crediti mette ansia a chiunque. Ma è importante sapere che non
tutto ciò che dicono o fanno è legittimo. In molti casi, i diritti del
consumatore vengono calpestati. Conoscere le regole serve a distinguere le
richieste fondate da quelle abusive e a capire come difendersi in modo
efficace.
1. Cos’è una società di recupero crediti e quando
interviene
Le società di recupero crediti sono incaricate da banche,
finanziarie o fornitori per riscuotere somme non pagate. In pratica, agiscono
come intermediari tra il creditore e il debitore.
Le situazioni più comuni sono due:
- Il
credito resta al titolare originario (banca, società telefonica, ecc.), ma
la pratica viene affidata alla società di recupero.
- Il
credito viene ceduto: in questo caso, la società o un fondo
specializzato diventa il nuovo proprietario del debito.
Nel secondo caso, chi ti contatta deve dimostrare di essere il
nuovo titolare del credito e di averne comunicato correttamente la
cessione. In assenza di tale comunicazione, la richiesta è contestabile.
2. Cosa può fare una società di recupero crediti
Le società di recupero crediti possono:
- Sollecitare
il pagamento di un debito esistente tramite lettera, email o telefono.
- Richiedere
documenti che provino la validità del credito (contratto, fattura,
estratto conto).
- Proporre
accordi di saldo e stralcio o rateizzazioni.
- Segnalare
l’insolvenza ai registri competenti, ma solo nei casi previsti dalla
legge.
- In
caso di mancato pagamento, agire in giudizio con un decreto ingiuntivo
o altre azioni legali, ma solo dopo che il credito è stato accertato.
3. Cosa non può fare una società di recupero crediti
Molte società, purtroppo, superano i limiti. Ecco cosa non
è consentito:
- Minacciare
pignoramenti, denunce o arresti se non c’è un titolo esecutivo emesso da
un giudice.
- Telefonare
in modo ossessivo o in orari inappropriati (ad esempio la sera tardi o nei
festivi).
- Contattare
parenti, colleghi o vicini di casa per mettere pressione al debitore.
- Inviare
lettere o cartoline che rivelino la posizione debitoria a terzi, violando
la privacy.
- Presentarsi
a casa senza appuntamento o fingere di essere pubblici ufficiali.
Questi comportamenti sono illeciti e possono essere
denunciati. Il Garante per la Privacy e l’Autorità Garante della Concorrenza e
del Mercato (AGCM) hanno più volte sanzionato società per pratiche aggressive o
scorrette.
4. Le novità del 2025
Dal 2024 l’Italia ha recepito la Direttiva Europea 2021/2167
che introduce la figura del gestore di crediti in sofferenza.
Le società che acquistano o gestiscono crediti deteriorati devono ora:
- essere
iscritte in un registro tenuto dalla Banca d’Italia,
- rispettare
obblighi di trasparenza e correttezza,
- adottare
procedure chiare per la gestione delle comunicazioni con i consumatori.
Questo significa che chi ti contatta per chiederti denaro
deve poter dimostrare chi è, a che titolo agisce e in base a quale
autorizzazione. Se non lo fa, puoi diffidarlo e segnalare la pratica.
5. Come difendersi
Quando ricevi una comunicazione da una società di recupero
crediti, non cedere al panico e segui questi passaggi:
- Chiedi
sempre la documentazione del credito (contratto, fattura, prova della
cessione o dell’affidamento).
- Verifica
chi è realmente il creditore: spesso le società agiscono per conto di
altri soggetti.
- Controlla
i tempi: il credito potrebbe essere prescritto, e quindi non più
esigibile.
- Non
firmare accordi o piani di rientro senza aver verificato tutto.
- Se
ricevi telefonate insistenti, minacce o comportamenti scorretti, prendi
nota di data e orario e segnala la condotta.
- Se
ritieni la richiesta infondata, invia una contestazione scritta
(PEC o raccomandata).
- In
caso di difficoltà economiche, valuta con un’associazione dei consumatori
una procedura di sovraindebitamento o una negoziazione assistita.
6. Debiti prescritti e diritti del consumatore
Ogni debito ha un tempo massimo entro il quale può essere
richiesto. Trascorso quel periodo, il debito è prescritto e non può più
essere legalmente preteso.
Esempi:
- Bollette:
2 anni.
- Prestiti
e finanziamenti: 10 anni.
- Carte
di credito: 5 o 10 anni a seconda dei casi.
Se una società ti chiede un pagamento su un credito
prescritto, puoi rifiutare. Attenzione però: firmare un accordo o
effettuare un pagamento, anche parziale, riattiva i termini della
prescrizione.
7. Quando ignorare non conviene
Ignorare lettere e telefonate non è una buona idea. Se il
credito è reale e legittimo, l’inerzia può portare a un decreto ingiuntivo e a
un pignoramento.
Meglio rispondere subito, chiedendo chiarimenti o contestando formalmente.
Agire tempestivamente è l’unico modo per difendersi e negoziare.
8. In sintesi
Le società di recupero crediti devono rispettare regole
chiare. Non possono minacciare, diffondere informazioni personali o usare
pratiche aggressive. Il consumatore ha diritto alla trasparenza, alla
riservatezza e a tempi certi.
Se hai ricevuto una richiesta di pagamento sospetta, se non
riconosci il debito o ritieni di essere vittima di abusi, puoi segnalare la
situazione e chiedere assistenza all’A.E.C.I..
I nostri consulenti possono aiutarti a verificare la legittimità del credito,
contestare le richieste indebite e, se necessario, avviare una procedura di
tutela legale.
Hai ricevuto una lettera o una chiamata da una società di
recupero crediti?
Compila il modulo online e apri un ticket con A.E.C.I. per verificare la tua
situazione.
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