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ENGIE CHIEDE 3500 EURO NON DOVUTI AD UN EX CLIENTE. IL RECUPERO DEL CREDITO MINACCIA IL PIGNORAMENTO DELLA PENSIONE.

8 agosto 2017

Associazione Consumatori

Ogni giorno questi comportamenti vengono messi in atto da operatori interessati non a fornire un servizio serio, partendo dal rispetto dei propri clienti ma solo ad accaparrarsi la moneta sonante dei propri clienti. Il cliente non ha a disposizione mezzi per potersi difendere dalle continue vessazioni. Servirebbero maggiori strumenti a favore consumatori. Il consumatore ha come unico mezzo la scelta orientata e consapevole.

La storia, purtroppo, rientra in una categoria abbastanza affollata, ovvero, la richiesta di importi non dovuti da parte di un operatore energetico.

L’operatore in questione è Engie, l’importo è di 3.500 euro (3.498,58 per l’esattezza) e la richiesta viene recapitata ad una pensionata che vive di pensione. Una delle tante storie che si accalcano nei nostri sportelli.

Questa volta però a infastidire è l’atteggiamento dell’operatore che sa di essere la parte forte del sistema e lo dimostra nella sua infinita tracotanza e, soprattutto, nel suo assoluto menefreghismo.

Perché tali affermazioni nei confronti di uno dei tanti (troppi potremmo dire) operatori energetici ? Proprio per la particolarità della storia.

Il tutto inizia alla ricezione della fattura. Tremilacinquecento euro sarebbero un problema per molti, figuriamoci per una signora che vive di pensione minima. La signora invia immediatamente reclami a mezzo raccomandata le uniche risposte che riceve sono di conferma dell’importo.

E’ costretta, dunque, a rivolgersi ad un’associazione di consumatori. E’ costretta perché non ha nessuna altra alternativa si trova di fronte ad un bivio. Pagare o cercare di affrontare la questione in maniera alternativa.

Si rivolge ad A.E.C.I. che analizza la questione che immediatamente invia una raccomandata ad ENGIE fornendo (ad Engie) le letture del distributore e dimostrando l'infondatezza totale delle richieste di ENGIE. A.E.C.I. possiede le letture del distributore (che invia ad ENGIE) ma Engie non ha intenzione di prendere per buone letture che annullano una fattura da 3.500 euro.

Risponde che effettuerà dei controlli ma nella propria immensa tracotanza non blocca le azioni di recupero.

La signora Giovanna quindi viene continuamente contattata da società recupero crediti che arrivano a prometterle pignoramenti sulla pensione. Promette ciò che non può fare.  (leggi il nostro articolo LE MINACCE IMPROBABILI DELLE SOCIETA' RECUPERO CREDITO) A Engie importa tutto questo ??? Assolutamente no. Ad Engie questa non interessa.

Ad Engie non interessa che ha prodotto una fattura basata su dati palesemente falsati. Ad Engie non interessa che nella raccomandata di A.E.C.I. i dati corretti sono stati forniti. Ad Engie non interessano le autoletture del misuratore “perché ci possiamo fidare di quello che dice l’utente”.

Ad Engie interessano solo i soldi dei consumatori. Lo ha dimostrato nel caso specifico in questa pratica. Se avesse avuto a cuore il rispetto di un proprio cliente o di un proprio ex cliente avrebbe, quantomeno, sospeso le azioni di recupero.

La signora Giovanna in compenso, per i gravi disagi che ha tribolato per il comportamento tracotante e irrispettoso da parte del suo ex operatore energetico ha ottenuto ricche cinquanta euro e, ovviamente, l'annullamento della fattura e la restituzione del maltolto (350 euro circa). Un patrimonio che avrà difficoltà a gestire.

La cosa più divertente di tutta questa storia (se proprio vogliamo trovare qualcosa di divertente) è uno dei claim di Engie che sembra proprio una presa in giro: By People For People.

NOTA A MARGINE

A.E.C.I. conserva, relativamente alla storia sopra raccontata, tutti i dettagli documentali in sede. 

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