KONSUMER: DOPO IL SALVABANCHE ECCO IL SALVAAZIENDE
11 febbraio 2016
Roma - 11 febbraio 2016
- E dopo il "salvabanche" arriva anche il "salvaziende" con un emendamento alla Legge di Stabilità subito approvato– Comma 511
GALA, società quotata sul mercato AIM Italia, si è aggiudicata nell’ottobre 2014 tutti i 10 lotti geografici della gara annuale per la fornitura di energia elettrica alle Pubbliche Amministrazioni di tutte le regioni italiane indetta da CONSIP S.p.A., società del Ministero dell'Economia e delle Finanze che lavora al servizio esclusivo della Pubblica Amministrazione.
A seguito dell’aggiudicazione, GALA ha stipulato una convenzione con Consip, della durata di 12 mesi più eventuali altri sei mesi di proroga, nell’ambito della quale ha potuto accogliere ordinativi dalle Pubbliche Amministrazioni di tutte le regioni italiane per la fornitura di 5,76 TWh di energia elettrica.
Anche grazie a tali forniture effettuate alle PA, GALA ha ottenuto dal 2013 al 2014 ingenti margini, in considerazione del prezzo di vendita applicato alla Pubblica Amministrazione. Nel 2014 GALA è stata classificata dall’Autorità per l’Energia Elettrica il Gas e il Sistema Idrico come quarto operatore nazionale nella vendita di energia elettrica al mercato libero (fonte: Relazione Annuale AEEGSI).
Le convenzioni sottoscritte da Gala fino a pochi mesi fa prevedono l’indicizzazione del prezzo di fornitura di energia elettrica alle quotazioni di prezzo del petrolio Brent. Ciò negli anni passati (2013-2014) ha portato le PA (e quindi la collettività) a pagare l’energia elettrica circa il 50% in più rispetto ai prezzi che le PA avrebbero avuto con una qualunque fornitura dal mercato libero. Dall’altra parte, GALA ha potuto presentare dati economici del bilancio 2014 (utile netto di 41 Mln € con un primo margine di 136 Mln€) fortemente influenzati al rialzo dalla fornitura alla PA. Dal bilancio 2014 di GALA si evince che: “il significativo incremento della marginalità della gestione caratteristica è determinato prevalentemente alla migliore performance del settore elettrico, che ha generato nel 2014 un primo margine positivo per 135,51 Mln €, con una variazione positiva del 76% rispetto al 2013 ed un EBITDA di 104,19 Mln €, con un incremento dell’80% rispetto al 2013”.
Quando il prezzo di fornitura è indicizzato ad una qualsiasi commodity, il cui prezzo è per definizione fluttuante nel tempo (in questo caso il petrolio), gli operatori si tutelano, per diligenza e buon senso aziendale, tramite coperture di hedging. Tali coperture sarebbero risultate sì un costo per GALA ma avrebbero permesso una neutralizzazione dal rischio di volatilità del prezzo del petrolio. Ciò avrebbe garantito maggior stabilità dei già ampi margini di GALA.
GALA, invece, intendendo guadagnare il più possibile dai prezzi applicati alla Pubblica Amministrazione, ha liberamente scelto di correre un alto rischio di impresa, per garantirsi un extra-profitto, non coprendo quindi le proprie forniture alla PA dal rischio di volatilità del prezzo del petrolio. Ciò nella speranza che il prezzo del petrolio potesse aumentare ed avere un extra-guadagno.
GALA, avendo quindi subito dalle proprie scelte aziendali un rilevante ma preventivabile danno ha tentato di presentare una richiesta formale di revisione dei prezzi ai sensi dell’art 115 del D.Lgs. n. 163/2006, prontamente respinta da Consip con provvedimento del 23 dicembre 2014. Stesso esito ha avuto, in data 12 marzo 2015, il ricorso presentato al TAR del Lazio e poi confermato dal Consiglio di Stato in data 1 aprile 2015. In seguito a tali decisioni, GALA ha avanzato il ricorso al Tribunale civile di Roma che, in data 3 agosto 2015, ha anche esso confermato le precedenti disposizioni di rigetto.
Ultimo tentativo di GALA, per mascherare l’errore strategico operativo che è stato compiuto e per rientrare dall’ingente perdita economica, è riconducibile alle attività di lobby messe in atto durante i lavori della Camera della Legge di Stabilità.
Con buon esito. Infatti, in Commissione Bilancio è stato presentato dalla deputata PD Elisa Simoni - e approvato - un emendamento che risulterebbe scritto ad hoc per la società GALA e a tutto svantaggio per la collettività, che ne subirebbe il danno economico. Tale emendamento è nel testo approvato, e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 dicembre scorso, della Legge Stabilità (comma 511).
Il comma succitato disciplina il riequilibrio dei contratti pubblici relativi a servizi e forniture stipulati da un soggetto aggregatore (vedi Consip), anche qualora si trattasse di contratti in corso per i quali si è sottoscritto un’apposita convenzione.
La disposizione in esame si applica ai contratti indicati in cui la clausola di revisione e adeguamento dei prezzi sia collegata o indicizzata al valore di “beni indifferenziati” qualora sia verificata una variazione di prezzo complessivo in misura non inferiore al 10%, tale da alterare l’equilibrio contrattuale originario. La citata condizione di equilibrio sarebbe accertata dall’autorità indipendente di regolazione del settore relativo allo specifico contratto.
Tale emendamento potrebbe creare un precedente pericoloso, in cui i rischi aziendali di impresa e le conseguenti scelte verrebbero affrontate e risolte in sede governativa/parlamentare, secondo quali criteri poi non si sa, imponendo, in un periodo complessivo di tagli e di tentativi di ridurre le tassazioni poste sulla collettività, un assurdo onere per i cittadini consumatori. Infatti supponendo l’applicazione di tale norma da parte di GALA per la fornitura del 2016, si stima che la collettività dovrebbe pagare un onere aggiuntivo pari a 100-120 milioni di euro su base annua.
Per non parlare del precedente che verrebbe a crearsi con la modifica di condizioni economiche prestabilite tra parti all’interno di gara pubblica. Infatti l’eventuale revisione ex post delle condizioni assegnate in gara, per un contratto attualmente in corso, non risulterebbe una modalità corretta e trasparente verso gli altri partecipanti non assegnatari della gara, con possibilità di ricorsi a vari gradi di giustizia e determinerebbe, inoltre, un’evidente distorsione di mercato.
Tutte le associazioni del settore, da Aiget (grossisti e trader) ad Assoelettrica, da Utilitalia ad Assorinnovabili, hanno criticato duramente una maggioranza che taglia gli investimenti per le fonti di energia rinnovabile ma è disposta a regalare almeno 100 milioni di euro della Pubblica Amministrazione a un'azienda privata che non ha saputo o voluto calcolare i rischi di mercato.
Un emendamento al “Milleproroghe” del Movimento 5 Stelle, volto a neutralizzare la “legge ad aziendam” fino al 2018, escludendo quindi le controversie in atto, è stato bocciato nelle Commissioni riunite Affari Costituzionali e Bilancio. Con questo atto si viene a concretizzare un’ulteriore strappo tra interessi collettivi ed interessi privati in cui i secondi prevalgono sui primi e tutto svantaggio del Cittadino Consumatore che ormai resta sempre più ostaggio di un sistema impositivo bieco e parziale, è troppo chiedere un po’ di equità?
Settore energia
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