ANTITRUST CONTRO IL CONSIGLIO NAZIONALE FORENSE REO DI NON AVER APPLICATO UNA DECISIONE DELL'AUTORITY
16 giugno 2015
Roma - 16 giugno 2015
- Come si legge in una nota dell'ANTITRUST del 14 novembre del 2014, l'ANTITRUST: Con una sanzione pecuniaria di 912.536,40 euro, l’Antitrust ha multato il Consiglio nazionale forense per aver ristretto la concorrenza, limitando l’autonomia degli avvocati in materia di compensi professionali. La decisione dell’Autorità chiude così un’istruttoria sulle condotte del Cnf per violazione dell’art. 101 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea.
Il Consiglio forense è stato sanzionato dall’Agcm per aver pubblicato una circolare con cui reintroduceva di fatto l’obbligatorietà delle tariffe minime, non più vincolanti dopo la cosiddetta “riforma Bersani” del 2006 ed effettivamente abrogate nel 2012. E inoltre, per aver adottato un parere contro i siti Internet che propongono ai consumatori associati sconti sulle prestazioni professionali, in base alla tesi che ciò confliggerebbe con il divieto di accaparramento della clientela sancito dal Codice deontologico della categoria.
Secondo l’Antitrust, questi due interventi erano diretti a limitare la concorrenza tra avvocati sul prezzo e sulle condizioni economiche delle prestazioni professionali. L’Autorità ha anche diffidato il Cnf dal ripetere in futuro analoghi comportamenti.
Oggi, si infiamma lo scontro tra antitrust e Consiglio nazionale forense in quanto l’authority contesta all’organo rappresentativo degli avvocati di non aver eseguito il provvedimento del 22 ottobre 2014.
In particolare, la circolare n. 22-C/2006, pubblicata quale premessa alle disposizioni in materia di tariffe, prevedeva che «il fatto che le tariffe minime non siano più obbligatorie non esclude che, sempre civilisticamente parlando, le parti contraenti possano concludere un accordo con riferimento alle tariffe come previste dal dm.
IN ALLEGATO IL PROVVEDIMENTO
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