CORRUZIONE E APPALTI ED IL PRINCIPIO DI ROTAZIONE
17 marzo 2015

E’ come pescare in un mare pieno di pesci. Basta mettere l’amo
in acqua e si prende sicuro qualcosa. D’altra parte l’Italia è la nazione
europea più corrotta. Lo scrive nero su bianco l’ultima classifica della
corruzione percepita, il Corruption Perception Index 2014 di Transparency
International, che riporta le valutazioni degli osservatori internazionali sul
livello di corruzione di 175 paesi del mondo. L’indice 2014 colloca il nostro
paese al 69esimo posto della classifica generale, come nel 2013, fanalino di
coda dei paesi del G7 e ultimo tra i membri dell’Unione Europea.
Lo scandalo non dovrebbe nemmeno esserci. Come si legge dal
Fatto Quotidiano nel panorama globale, in una scala da zero (gravemente
corrotto) a 100 (assolutamente pulito), il nostro paese con i suoi 43 punti si
colloca tra le nazioni al mondo che non raggiungono neppure la sufficienza in
trasparenza. Nel CPI 2014 l’Italia è sorpassata dalle migliori performance di
Sud Africa e Kuwait (in 67esima posizione) e seguita da Montenegro e dall’isola
africana di Sao Tomé (in 76esima posizione). Nel G20 si colloca in una
posizione inferiore a tutte le nazioni europee, sorpassata come è prevedibile
da Usa e Canada, ma anche da Arabia Saudita e Turchia.
La vera notizia di oggi, dunque, non è la scoperta di un
nuovo filone di corruzione. Il mare in cui pescare è veramente grande. Ercole
Incalza è stato davvero “ministro ombra delle grandi opere” e “hard disk del
ministero delle Infrastrutture (come si evince dai soprannomi affibbiati), e lo
è stato interrottamente per 14 anni. In governi di centro destra, centro
sinistra, politici, tecnici. TUTTI COLPOVELI DUNQUE.
Colpevoli di non aver realizzato politiche anti corruzione.
Colpevoli di aver permesso (negli ultimi 40anni) simili (e ben più efferati)
scempi. Colpevoli di non aver combattuta la corruzione ma di esser diventati
complici (nella più rosea delle ipotesi) o parte del sistema corruttivo.
PRINCIPIO DI ROTAZIONE, EPPURE LA LEGGE ESISTE
La legge 15 luglio 2002, n.145, recante "Disposizioni
per il riordino della dirigenza statale e per favorire lo scambio di esperienze
e l'interazione tra pubblico e privato" pubblicata nella Gazzetta
Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie generale, n.172 del 24 luglio 2002
che entra in vigore l'8 agosto 2002, contiene numerose e profonde modifiche
dell'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni,
con particolare riguardo all'assetto complessivo della dirigenza statale.
Tra le innovazioni più significative, direttamente incidenti
sulle disposizioni del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, si segnalano
le nuove regole che disciplinano il conferimento degli incarichi
dirigenzialiPer gli incarichi di livello dirigenziale non generale, l'articolo
3, comma 7, prevede una disciplina specifica, diversa da quella riferita agli
altri incarichi: fermo restando il numero complessivo degli incarichi
attribuibili, per gli incarichi di funzione dirigenziale di livello non
generale, può procedersi, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore
della presente legge, all'attribuzione di incarichi ai sensi delle disposizioni
di cui al presente articolo, secondo il criterio della rotazione degli stessi e
le connesse procedure previste dagli articoli 13 e 35 del contratto collettivo
nazionale di lavoro per il quadriennio 1998-2001 del personale dirigente
IL COMPITO DELLA POLITICA
Il compito della politica, a questo punto, è limitare la
partitocrazia. Il compito della politica è quello di dotare il sistema
governativo degli strumenti di controllo e punitivo adeguato al più importante
sistema corruttivo europeo. Il sistema ITALIA non è più in grado di reggere il
peso della corruzione.
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