DDL CONCORRENZA - TELEFONIA: TORNANO LE PENALI PER RECESSO ANTICIPATO. GLI EFFETTI DANNOSI PER I CONSUMATORI
24 febbraio 2015
Roma - 24 febbraio 2015 - Quanto costa cambiare operatore? E cosa cambierà con la prossima disciplina? Torneremo a pagare una penale quando lasceremo il nostro operatore telefonico a favore di uno più conveniente. È questa la novità, forse la meno entusiasmante, del disegno di legge sulla concorrenza varato lo scorso venerdì dal governo. Un passo indietro rispetto a quanto deciso nel 2006 nel decreto liberalizzazioni firmato da Pierluigi Bersani.
Grazie alla legge 40 del 2007, infatti, conosciuta meglio come “Legge Bersani”, l'utente può cambiare operatore senza alcuna penale e in totale libertà, salvo la sottoscrizione di particolari contratti con telefonini inclusi. Spesso, il passaggio da un carrier all'altro è utile per godere di offerte più convenienti, ma presto tutto questo potrebbe diventare solo un ricordo.
La legge Bersani recita: “I contratti per adesione stipulati con operatori di telefonia e di reti televisive e di comunicazione elettronica, indipendentemente dalla tecnologia utilizzata, devono prevedere la facoltà del contraente di recedere dal contratto o di trasferire le utenze presso un altro operatore senza vincoli temporali o ritardi non giustificati e senza spese non giustificate da costi dell'operatore”.
NUOVA PENALE - PASSO INDIETRO
Nel caso di risoluzione anticipata […] l'eventuale penale deve essere equa e proporzionata al valore del contratto e alla durata residua della promozione offerta. Questo significa che la penale viene ripristinata per legge, mentre prima con la legge Bersani dovevano essere pagati solo i costi tecnici di disattivazione (e solo in casi specifici). Il costo della penale dipende dal valore dell'accordo e dai mesi restanti, in base a quanto previsto al momento della firma.
FINITA LA CONCORRENZA E IL RISCHIO RINCARO TARIFFE
A questo punto si rischia un abbassamento della concorrenza. Il numero delle tariffe con chiamate illimitate è raddoppiato dal 2013 a oggi. Si è registrata una diminuzione fino al 23% del canone mensile medio. Gli operatori di telefonia mobile hanno esteso ai già clienti le offerte che prevedono uno sconto sul canone. Sono aumentati fino al 78% i GB inclusi nei pacchetti per l’accesso a Internet e la navigazione online in mobilità. Il nuovo Osservatorio di SosTariffe.it.
Altro decremento prima del 2013 come ha sostenuto SuperMoney che ha preso in considerazione alcune tariffe proposte dai principali operatori sul mercato (Tim, Vodafone, Wind e Tre) nel marzo 2012 e le ha confrontate con quelle di marzo 2013. La prima analisi riguarda le tariffe dedicate a chi utilizza molto il telefono (pacchetti “top”): fino a 12 mesi fa nessuno proponeva offerta “senza limiti”, mentre oggi la maggior parte degli operatori offre chiamate e sms illimitati. In più, i prezzi si sono drasticamente ridotti.
Il rischio, a questo punto, è l'effetto che le migrazioni anticipate verranno di fatto bloccate ed il mercato avrà un congelamento sul lato tariffe. Gli operatori telefonici non sono più interessati a farsi concorrenza diretta e potrebbero non essere interessati a politiche commerciali aggressive.
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