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PRODUTTIVITA' ITALIANA DA PRIMI (NEGLI ANNI 70) AD ULTIMI. CHI CI RIMETTE E' IL CONSUMATORE

18 ottobre 2013

Associazione Consumatori
Il direttore generale del Censis, Giuseppe Roma, ha ieri presentato un interessante studio alla XIV Conferenza Annuale dal titolo “Misurare, Cambiare, Migliorare: il potenziale esplosivo delle PMI italiane”.

Lo studio, uno dei tanti a dire il vero, mette in relazione la produttività di diverse nazioni europee. La misura del valore della produttività in ambito europeo.

Un'ora di produzione in Francia vale 45 euro. In Italia 32. La Germania si ferma a 43 euro e il Regno Unito a 39. Dal 2007 a oggi la crisi economica ha fatto perdere al nostro Paese un ulteriore 1,5% di produttività nonostante la media dei 27 Paesi dell'Unione Europea si sia attestata su una crescita media del 2,9% (Francia +1,1% e Germania +1,4).

DA PRIMI SIAMO DIVENTATI GLI ULTIMI
Eravamo i primi, siamo diventati gli ultimi. Negli anni Settanta l'Italia era al primo posto per crescita della produttività nell'industria rispetto ai principali Paesi nostri concorrenti nel mondo. Negli anni Duemila chiudiamo la classifica. Nel decennio 1970-1979 l'output per ora lavorata (valore aggiunto al costo dei fattori) del settore manifatturiero era cresciuto in Italia in media del 6,5% l'anno.

QUALI SONO LE CAUSE
Alla fine, spiegano gli esperti, ci troviamo in una sorta di circolo vizioso: servirebbero investimenti per rilanciare la crescita ma non ci sono risorse proprio perché c'è recessione. «È palese che ancora per diverso tempo i Paesi della periferia tenderanno a perdere terreno, dato che la crisi limita le opportunità per nuovi investimenti, un passaggio necessario per qualsiasi recupero di efficienza.

Ma il problema non è relativo soltanto ad investimenti. La perdita di produttività dell'impresa va ricercata in una serie di concause creato, innanzitutto dall'inefficienza governativa.

L'instabilità dei governi non ha dato la possibilità di programmare politiche economiche a medio raggio. Le politiche economiche (quelle poche) realizzate di fatto non esistono. I governi che si sono succeduti (a cicli più o meno biennali) hanno prodotto esclusivamente politiche di tagli e tasse.

QUALI LE SOLUZIONI
Cosa serve per far ripartire e incentivare la produttività italiana?
Meno Burocrazia. Più semplificazione. Meno tangenti. Politiche programmatiche di sviluppo per semplificare (e a volte normare) comparti strategici. Lo sviluppo della banda larga. La detassazione a imprese innovative, giovani e di sviluppo. In una parola sola: una politica di governo efficace ed efficiente che manca, all'Italia, da trentanni.

Chi ne beneficerebbe? Il consumatore e, in circolo (virtuoso a questo punto) l'intero sistema produttivo. 
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