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CONCILIAZIONE E RAC: DALLA LEZIONE DELLE TELECOMUNICAZIONI IL GOVERNO DOVREBBE IMPARARE MOLTO

22 novembre 2012

Associazione Consumatori

Azzardiamo un paragone: se il consumatore è il malato, le istituzioni pubbliche sono ovviamente il sistema sanitario. Un sistema sanitario spende denaro al fine di offrire un servizio di pubblica necessità, ma, anche per risolvere situazioni provocate da carenze, a volte, anche istituzionali. Il cittadino, se correttamente informato, può evitare alcune situazioni a rischio.

Un mercato sano, infatti, è un mercato che rispetta il consumatore e nel quale il consumatore è rispettato. Tale mercato efficiente ed efficace, mette in atto quei meccanismi che in maniera automatica espelleranno coloro i quali non rispettano le regole.

I trasgressori saranno considerati dal sistema nocivi e saranno allontanati, proprio allo scopo di preservare la purezza e perfezione del sistema: così, un’azienda che non rispetta le regole sarà bloccata prima di creare danni all’intero sistema.

Un mercato nel quale la libera e corretta concorrenza è rispettata da tutti gli attori che producono merci e servizi o da coloro che invece li utilizzano permette di migliorare la qualità e il prezzo degli stessi, con conseguente aumento della soddisfazione e del benessere del consumatore utente.

A guadagnarci di un sistema di tal genere è certamente non solo il consumatore, ma anche il sistema intero e quindi, gli operatori di mercato e le Istituzioni Pubbliche.

Per far si che il “mercato” sia sano, tornando al paragone iniziale, abbiamo bisogno di un ottimo “sistema sanitario” (le regole) che deve creare gli anticorpi per escludere la parta malata.

Facciamo un esempio che Italia da diversi anni sta contribuendo (almeno in parte) alla creazione di un mercato malato dove i cittadini/consumatori hanno strumenti per potersi tutelare e dove, grazie a queste regole, hanno l’applicazione di maggiori diritti concretamente e quotidianamente.

Parliamo del sistema delle comunicazioni (o delle telecomunicazioni). Ad oggi, un consumatore che ha un problema con una società delle telecomunicazioni, ha a disposizione gli strumenti per potersi tutelare: o in maniera autosufficiente o con l’ausilio di una terza parte, in questo caso le associazioni di consumatori.

Il consumatore, infatti, in caso di problemi con un gestore telefonico o televisivo (SKY o Mediaset per i servizi a pagamento) può riferirsi ai CO.RE.COM (Commissioni Regionali di Comunicazione) e, in caso di esito negativo presso il CORECOM all’AGCOM.

Insomma al cittadino è data la possibilità di tutelarsi. La tutela del consumatore porta gli attori del mercato (i gestori) al maggior rispetto delle regole. I gestori infatti conoscono il percorso che il cittadino può intraprendere che rappresenta un costo, sia per la gestione stessa, in termini di risorse umane, sia per gli indennizzi economici che deve esborsare.

In questo contesto, il consumatore (come persona a rischio) può e deve essere considerato alla stregua del cittadino sopra descritto. Un consumatore informato conosce i propri diritti; e un consumatore che conosce i propri diritti è in grado di farli valere. Un cittadino che pretende l’applicazione dei propri diritti svolge anche una funzione educativa nei confronti degli operatori di mercato, che sono costretti a rispettare norme e regole.

Un sistema similare a quello delle telecomunicazioni è l’Arbitro Bancario Finanziario. Utile strumento per quei cittadini che hanno controversie con Banche e Finanziarie. Il cittadino può, con un budget di spesa limitato (20,00 euro) adire all’arbitro che valuterà la situazione e deciderà chi ha ragione e chi ha torto. Alternativa ? O subire (a volte) le angherie dell’istituto di credito o adire le vie giudiziarie.

In altri contesti, vedi il settore energetico e, in generale, dei servizi a rete (trasporti, compagnie aeree, viaggi, ecc.) porterebbe a un sistema più sano che gioverebbe, in termini macroeconomici, al sistema stesso.

Un meccanismo a costo zero per lo Stato (sono le imprese che, attraverso le sanzioni, contribuiscono al mantenimento) ma che crea benefici al sistema impresa stesso allontanando la parti malate e premiando le parti sane e, soprattutto, va a decongestionare il canale giudiziario permettendo, conseguentemente, un notevole risparmio economico statale. Insomma un sistema che premia tutti gli attori in gioco.

Cosa manca per arrivare a ciò ? (come sempre) la volontà politica di creare un sistema efficiente. 

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