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AUMENTO DELL’IVA DAL PRODUTTORE AL CONSUMATORE. SOLUZIONI SBAGLIATE DI UNA “POLITICA INADEGUATA”.

11 ottobre 2012

Associazione Consumatori

La contestuale (seppur in forma cronologica diversa) diminuzione delle IRPEF e incremento dell’IVA ha portato inevitabilmente la maggior parte degli analisti ad evidenziare ulteriori vessazioni a danno dei consumatori, peraltro già provati.

Indubbiamente un aumento percentuale dell’imposta sul valore aggiunto, al di là di mirabolanti calcoli millantati da altre associazioni di consumatori, rappresenterà un ulteriore aggravio dei consumatori italiani. Ma l’analisi, se così fatta, risulterebbe parziale e certamente grossolana.

Se, infatti, le tasche dei consumatori saranno ulteriormente impoverite a rimetterci non saranno solo quest’ultimi. A catena la remissione sarà per tutti. Dal produttore al consumatore. Inutile evidenziare che la maggior parte della crisi economica ha prodotto l’impoverimento del potere di acquisto dei consumatori ma a sua volta, tale impoverimento, ha avuto conseguenze disastrose sulle attività commerciali e/o industriali.

A tutti gli effetti dunque, l’inasprimento dell’imposta sul valore aggiunto, produrrà certamente ed inizialmente un aggravio sulle già provate tasche dei consumatori ma a rimetterci, successivamente, saranno le attività commerciali e di produzione.

Le uniche soluzioni possibili, per l’uscita dal tunnel, sono l’aumento del potere d’acquisto del consumatore.

LE SOLUZIONI

Le soluzioni sono, ovviamente politiche. Non c’è bisogno di richiamare la “spendig rewiew”, o meglio, la revisione dei conti. La soluzione sarebbe quella di applicare principi di efficacia ed efficienza ai servizi che uno stato dovrebbe rilasciare di default. Maggior efficienza (spendere meno per realizzare il meglio) porterebbe non a tagli lineari in settori che poi, a causa dei tagli lineari perdono l’efficacia. L’efficacia è un principio fondamentale.

Un esempio è per esempio il fumo e il gioco delle slot. Conviene davvero a uno Stato permettere simili comportamenti ? Sia il fumo che il gioco delle slot provocano, nelle tasche dello Stato un ultra gettito. Ma non si valuta il costo sociale delle problematiche che questi due settori provocano agli stessi cittadini e ai costi delle “soluzioni sociali” che lo Stato deve (o dovrebbe) mettere in atto per la soluzione di determinate problematiche (senza alcuna valutazione etica e/o morale). Il principio di efficienza ed efficacia viene meno e lo Stato è il primo a rimetterci.

Principio di efficienza che viene meno anche se prendiamo, ad esempio le infrazioni dell’Italia in ambito europeo. Non è possibile insomma che l’Italia sia, tra le nazioni europee, quella che realizza più infrazioni. Il peggior risultato di sempre. E' quello che ha realizzato l'Italia negli ultimi sei mesi per i ritardi accumulati nella trasposizione delle norme Ue in materia di mercato interno, dove ha anche totalizzato il più alto numero di infrazioni aperte e tuttora in corso.

Ed è anche uno dei 5 paesi a non avere centrato l'obiettivo ''tolleranza zero'', ossia ad avere sforato il limite massimo di due anni di ritardo. L'Italia ha proseguito la tendenza al ribasso degli ultimi sei mesi, aggiungendo ulteriori ritardi, ottenendo quindi il peggior risultato di sempre. Roma non riuscirà quindi a centrare l'obiettivo dell'1% fissato per novembre, a meno che non prenda provvedimenti drastici per recuperare il ritardo, insieme a Belgio, Portogallo e Polonia.

L’Italia, a tutti gli effetti, paga l’inadeguatezza politica. I nostri “tecnici”, i nostri politici, sono persone non adeguate a ricoprire il ruolo che sono stati chiamati a ricoprire. I numeri sono impietosi.

La soluzione più semplice è, certamente, l’aumento dell’aliquota sul valore aggiunto, ma le soluzioni, quelle vere, sono altre e, paradossalmente a costo zero.

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