Occupazione dimostrativa stabile ATAC Laurentina per difendere Lucha Y Siesta
15 febbraio 2012
Azione coraggiosa di Action Diritti per tutelare un bene pubblico contro la speculazione privata
Roma è ormai ostaggio degli speculatori privati e dei costruttori. Non esiste una programmazione di edilizia popolare, né di sostegno al reddito per il caro affitti, né tanto meno politiche di difesa sociale e di tutela di chi è emarginato dalla grande cuccagna delle costruzioni selvagge, della privatizzazione e dell’affarismo più bieco. Sia da sinistra che da destra, a parte vaghe promesse e improduttivi tavoli tecnici, non è stato fatto nulla.
Per fortuna esistono realtà come Action Diritti che cercano da anni di organizzare una lotta forte e coraggiosa contro la disastrosa deriva verso cui si avvia la nostra Capitale. In particolare, oggi 14 febbraio si sono mobilitati donne, uomini, ragazzi, cittadini indignati per difendere la casa delle donne Lucha y Siesta, sottostazione elettrica dell’Atac, abbandonata da 12 anni in via Lucio Sestio 10 che il Comune di Roma, per fare cassa e per coprire i disastrosi buchi di bilancio dell’Atac causati da amministrazioni allegre e clientelari, vuole dimettere e vendere come al solito ai privati. La casa delle donne Lucha y Siesta è nata per garantire sicurezza sociale alle donne vittime di violenza, abusi, sfruttamento e ha ospitato in quattro anni centinaia donne migranti e i loro figli offrendo tutela, assistenza legale e psicologica, riparo.
Occupata l’8 marzo del 2008, data simbolica che non va ricordata solo con un mazzo di mimose e qualche frase retorica da bacio perugina, Lucha y Siesta è stata recuperata con l’operato impagabile di tanti volontari e riconsegnata alla città totalmente agibile e funzionante, una risposta indiscutibile e tangibile che la cittadinanza attiva ha dato contro amministrazioni locali e nazionali, incapaci persino di programmare una pur blanda azione di opposizione alla violenza dilagante contro le donne. A di là della propaganda di facciata, sono state avvallate solo leggi securitarie contro rom e stranieri, per altro estranei alle ultimi fatti di cronaca nera, senza fare nulla di concreto per la difesa della donna e dei suoi diritti. E’ la lettura quotidiana dei giornali a testimoniarci in continuazione l’insopportabile violenza e sfruttamento a cui è sottoposta la donna, le vessazioni che deve subire senza poter reagire, alimentando se possibile ancor di più quella guerra dei sessi che non avrebbe ragione di esistere se ci fossero pari opportunità per tutti e strutture di supporto e di appoggio per chi è difficoltà e non sa dove andare.
Ecco quindi il motivo per cui Action Diritti si è mobilitato ed è entrato con un occupazione dimostrativa nello stabile ATAC – Metro Laurentina per chiedere un incontro con gli amministratori Atac, per altro cercato invano da mesi, per esprimere tutto il proprio dissenso alla vendita dell’immobile che, per altro andrebbe a coprire una cifra ridicola del debito complessivo accumulato pari a 320 milioni di euro. L’immobile infatti verrebbe venduto per 3 milioni e 800 mila euro, mettendo per strada donne e bambini e privando la città di un prezioso punto di riferimento per tutti coloro che vivono condizioni di disagio e necessitano di aiuto concreto senza risolvere in alcun modo i problemi di bilancio dell’Azienda.
Gli amministratori dell'Atac hanno accumulato immensi debiti e l'unico modo che trovano per evitare la bancarotta passa per l'abbassamento di stipendi degli autiste/i precari, per il degrado progressivo nella gestione del servizio, per il probabile aumento dei biglietti e per la vendita dei beni immobili dell'azienda, che sono di proprietà pubblica. Il sistema che privatizza gli utili e rende collettive le perdite è ingiusto e feroce e non può essere tollerato dalla società civile. Inoltre va aggiunto il fatto che gli operatori di Lucha y Siesta hanno fornito gratis un servizio prezioso e impagabile alla comunità facendo risparmiare al Comune molto denaro se avesse dovuto affidarsi a realtà esterne per garantire la stessa qualità di servizio.In tal senso basta fare due conti:
Quattro anni di accoglienza a donne sole o con figli ammonta a 894.980,00 (come da bando 2561 del 09/06/2010) euro e inoltre:
- quattro anni di sportello di ascolto e accoglienza: 120.000, 00 euro
- quattro anni di sportello di orientamento al lavoro: 112.000,00
- quattro anni di laboratori di artigianato: 63.500,00
- quattro anni di consulenza legale: 76.000,00
- quattro anni di attività di supporto psicologico: 72.000,00 euro
- quattro anni di attività di mediazione culturale: 101.346,00 euro
- quattro anni di informazione/sensibilizzazione alle problematiche di genere: 80.000,00 euro
- quattro anni di corsi di italiano, inglese e arabo: 12.000,00 euro
- quattro anni di eventi culturali: 75.500,00 euro
- quattro anni di manutenzione giardino: 22.000,00 euro
- lavori di ristrutturazione e manutenzione: 40.000,00 euro
PER UN TOTALE DI 1.669.326,00 EURO
Ma oltre al denaro c'è il valore dei progetti di vita di tutte le donne che in questi quattro anni hanno arricchito Lucha y Siesta. Il Comune di Roma non ha alcun diritto, ma anzi deve avvallare e proteggere tali iniziative con cui ormai ha un debito relazionale che non è possibile monetizzare perché è il futuro della città e dei cittadini. Lucha y Siesta non deve essere venduta. Non sarebbe solo un assurdità, ma un sopruso di diritti acquisiti.
Per contatti e informazioni
Lucha y Siesta: http://luchaysiesta.wordpress.com/
Action Diritti: http://actiondiritti.net/
A cura di Alessandro Spadoni