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Il nuovo business di avvocati e società di perizie forensi. Minacciare la querela di diffamazione per un commento su facebook

18 dicembre 2025

Associazione Consumatori

Perizie informatiche e lettere legali: quando la paura diventa un modello di business

Il nuovo business. Un commento all'apparenza semplice su Facebook e l'inizio di un percorso basato sul terrorizzare l'utente. L'obiettivo è fare soldi. Avvocati senza scrupoli, giornalisti o personaggetti che parlano di calcio su qualche tv regionale. Il meccanismo è semplice. Ti inviano una raccomandata in cui ti minacciano di avviare il procedimento penale per diffamazione.

Nella lettera l'invito anche a inviare le scuse ad uuna email che ha come indirizzo scuse@pincopallo.it. Ma se invii le scuse è ovvio che hai ammesso che quel commento è considerato, anche da te, diffamatorio.

Negli ultimi mesi stiamo ricevendo segnalazioni sempre più frequenti da cittadini, professionisti e amministratori di siti web che raccontano uno schema ricorrente, ben riconoscibile e sempre uguale nei passaggi.

Il copione è quasi sempre lo stesso.

Una persona riceve una raccomandata o una comunicazione formale da uno studio legale. Nel testo si fa riferimento a una presunta diffamazione online, a un commento sui social o a un contenuto ritenuto lesivo. A supporto della contestazione viene allegata o citata una perizia informatica forense, redatta da un laboratorio specializzato, che attesterebbe l’autenticità di screenshot, commenti o contenuti digitali.

Il messaggio che passa è chiaro: le prove ci sono, il danno è grave, le conseguenze possono essere penali e civili.

A questo punto, quasi sempre, compare l’invito – esplicito o implicito – a “risolvere la questione”: rimuovere contenuti, cessare pubblicazioni, oppure valutare un accordo economico per evitare il contenzioso.


Perizia forense: strumento tecnico o leva psicologica?

È importante chiarire un punto che spesso viene ignorato dal destinatario di queste comunicazioni.

Le perizie informatiche citate in questi casi sono perizie di parte, non consulenze tecniche disposte da un giudice. Sono redatte su incarico di una sola parte, sulla base di materiale fornito dal committente stesso e senza alcun contraddittorio.

Dal punto di vista giuridico, il loro valore è quello di una valutazione tecnica privata, non di una prova giudiziale definitiva.

Eppure, il modo in cui vengono presentate nelle lettere legali tende a sovrastimarne il peso, creando nel destinatario l’idea di trovarsi di fronte a un accertamento incontestabile.

È qui che la tecnica incontra la psicologia.


Lo schema che si ripete

Le segnalazioni ricevute descrivono uno schema ricorrente:

  • perizia informatica forense stragiudiziale;
  • lettera legale dal tono assertivo e intimidatorio;
  • richiamo a reati, risarcimenti e danni reputazionali;
  • assenza, quasi costante, di un vero avvio di causa davanti a un tribunale;
  • proposta di “chiusura bonaria” della vicenda.

Un modello che non punta al giudizio, ma alla reazione immediata del destinatario, spesso spinto a pagare o cedere pur di evitare problemi.


Quando la tutela dei diritti diventa pressione

La tutela della reputazione è un diritto sacrosanto. Nessuno lo mette in discussione.
Ma quando strumenti tecnici e giuridici vengono utilizzati in modo seriale, sempre con lo stesso schema, e indirizzati verso soggetti che non hanno la forza o le competenze per difendersi, il confine si fa sottile.

Il rischio è che si passi dalla tutela dei diritti a una pressione economica basata sulla paura, dove il vero valore non è l’esito giudiziario, ma la rinuncia preventiva del destinatario.

Non a caso, molti dei casi segnalati finiscono senza alcuna causa, ma con un pagamento o con un accordo extragiudiziale imposto di fatto dalla sproporzione di forze.


IMPORTANTE: NON INVIARE NULLA E NON INVIARE LE SCUSE.

La cosa più importante è non farsi prendere dal panico. Non inviare le scuse e farti assistere da associazioni di consumatori o legali specializzati.


Perché è importante parlarne ora

Il silenzio è l’alleato principale di questi meccanismi.
Chi riceve una lettera del genere tende a pensare di essere un caso isolato. Spesso non lo è.

Solo mettendo insieme le esperienze è possibile capire se ci si trova di fronte a episodi occasionali o a un sistema strutturato che sfrutta strumenti legittimi per finalità discutibili.


Invito alle segnalazioni

Se hai ricevuto:

  • comunicazioni legali basate su perizie informatiche forensi;
  • richieste economiche o pressioni per “chiudere la questione”;
  • lettere che evocano conseguenze penali o civili senza un reale seguito giudiziario;

puoi segnalare il tuo caso alla nostra associazione.
Le segnalazioni saranno raccolte in forma riservata e analizzate solo per individuare eventuali schemi ricorrenti.

Fare rete è l’unico modo per riequilibrare un rapporto di forza che, da soli, è spesso impari.

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