CARO LOTITO IL GIOCO D'AZZARDO NUOCE GRAVAMENTE ALLA SALUTE
11 dicembre 2025
Da una parte Lotito che da anni si presenta come il paladino
del “calcio didascalico e moralizzatore”, che dovrebbe insegnare valori,
educazione, rispetto, lotta al bullismo, ruolo sociale dello sport ecc. –
concetti che lui stesso ripete regolarmente nei convegni e nelle interviste.ANSA.it+1
Dall’altra lo stesso Lotito che in Senato firma un emendamento per togliere il
divieto di pubblicità indiretta a scommesse e gioco d’azzardo, cioè per
riaprire alle sponsorizzazioni di betting e gambling nel calcio, superando il
divieto fissato dal Decreto Dignità proprio per tutelare i consumatori e
contrastare la ludopatia.
Mettiamola semplice: o il calcio “educa”, o il calcio fa da
cartellone pubblicitario a un settore che, numeri alla mano, pesa soprattutto
sulle spalle di chi ha meno.
Qualche dato secco, tanto per fissare il quadro:
- Nel
2024 in Italia sono stati giocati oltre 157 miliardi di euro in azzardo
legale: una cifra che sfiora il 7% del PIL e supera di molto la spesa
sanitaria complessiva.Il Fatto Quotidiano
- Circa
20 milioni di italiani adulti hanno giocato d’azzardo nell’ultimo anno, il
43% della popolazione 18–84 anni.Fondazione Varenna
- Tra
i ragazzi: le indagini su adolescenti 14–17 anni mostrano che oltre un
quinto ha già praticato gioco d’azzardo, con una quota non irrilevante di
giocatori problematici.usciredalgioco.iss.it
- Intanto,
in Italia più di 5,7 milioni di persone vivono in povertà assoluta.Istat
Ora, in un Paese dove i poveri aumentano e il gioco cresce,
definire la ludopatia “tassa occulta sui poveri” non è una metafora tanto
esagerata: chi spera di “svoltare” con una schedina spesso è chi non ha margini
economici, non chi vive tranquillo di rendita.
E qui arriva il paradosso: si ripete che il calcio deve
essere esempio per i giovani, veicolo di valori civili, persino
“moralizzatore”
Poi però si prova a rimettere sulle maglie e intorno ai campi logo e brand di
un’industria che vive sulla promessa (spesso illusoria) di soldi facili,
alimenta indebitamento familiare e distrugge relazioni quando la dipendenza
esplode.
Sul piano “ecumenico” è ancora più grottesco: praticamente
tutte le grandi tradizioni religiose mettono in guardia contro il denaro
facile, lo sfruttamento della fragilità e l’illusione di arricchirsi con un
colpo di fortuna. Non esiste nessuna dottrina che consideri “valore” il
grattare via lo stipendio di fine mese dentro una slot, o scommettere sul
risultato della partita mentre allo stadio si fa il minuto di silenzio contro
il bullismo.
Quindi sì, la tua frase centra il punto:
- il
calcio viene venduto come strumento educativo, comunitario, quasi
“civico”;
- il
gioco d’azzardo schiaccia soprattutto i più poveri e i più fragili;
- legare
in modo strutturale i due mondi attraverso sponsorizzazioni significa, di
fatto, usare il calcio – e i suoi idoli – per spingere un prodotto che va
in direzione opposta rispetto ai valori che si dice di difendere.
La coerenza, qui, non è un dettaglio: quando uno che parla
di “calcio moralizzatore” prova a smontare il divieto di pubblicità
all’azzardo, il messaggio reale non è “valori e legalità”, ma “finché ci sono
soldi in ballo, il resto è negoziabile”. E questo, didascalico lo è davvero… ma
come lezione sbagliata.
A.E.C.I. è da sempre contro il gioco d’azzardo, anche quando
è “legale”: abbiamo realizzato negli anni numerosi progetti di prevenzione, tra
cui La tua vita non è un gioco, e continueremo a batterci contro ogni
forma di pubblicità diretta o indiretta al gioco d’azzardo, dentro e fuori dal
calcio.