Perché le società di recupero credito chiamano ma non scrivono (quasi mai)
11 dicembre 2025
Quando il telefono squilla e dall’altra parte c’è una società di recupero crediti, il copione è quasi sempre lo stesso: tono urgente, parole grosse (“pignoramento”, “segnalazione in centrale rischi”, “ultimissimo sollecito”), ma di lettere ufficiali nemmeno l’ombra.
Perché? Per quale motivo Europa Factor, ma anche molte altre società di
recupero crediti, preferiscono insistere al telefono invece di mandare una
comunicazione scritta chiara e completa?
In questo articolo proviamo a spiegare cosa c’è dietro a questo comportamento, quali rischi corri se ti fidi delle telefonate e cosa puoi fare per difenderti.
Il caso Europa Factor (uguale a tanti altri)
Partiamo da un esempio concreto: Europa Factor.
La nostra associazione riceve da anni segnalazioni di consumatori che
raccontano sempre lo stesso schema: telefonate frequenti, spesso insistenti,
richieste di pagamento “immediato”, ma scarsa o nessuna documentazione inviata
per iscritto.
Non è solo Europa Factor, ovviamente. Nelle segnalazioni dei
consumatori compaiono anche altre società di recupero crediti: Credit Factor,
Fire, Kruk, Hoist, e via dicendo. I nomi cambiano, lo
schema no: si insiste molto al telefono, si scrive poco e male.
Questa non è una casualità: è un modello di business.
Perché
preferiscono il telefono? Le ragioni vere
Dietro la scelta di “chiamare ma non scrivere” ci sono
motivazioni molto precise. Le principali:
a) Pressione psicologica, non informazione
Una telefonata ti prende alla sprovvista.
Non hai tempo per riflettere, per cercare documenti, per chiedere un parere.
Chi chiama punta proprio su questo: farti sentire in colpa, in ritardo, “con
l’acqua alla gola”, così da strapparti un “va bene, pago” o un piano di rientro
improvvisato.
Una lettera, invece, si può leggere con calma, portare a
un’associazione di consumatori, far valutare da un legale. È molto meno
conveniente per chi vive di recupero crediti.
b) Il telefono non lascia (quasi) traccia, una lettera sì
Una comunicazione scritta è una prova.
Se una società di recupero crediti, come Europa Factor o altre, ti scrive una
lettera piena di minacce o informazioni incomplete, quella lettera può essere:
- segnalata
all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) come pratica
commerciale scorretta;
- usata
davanti a un giudice come prova di un comportamento aggressivo.
Al telefono, invece, tutto è molto più sfumato. Tu hai la
tua versione, loro la loro. Per loro è decisamente più “comodo”.
c) Evitare domande scomode sulla prescrizione e sui
documenti
Quando un consumatore riceve qualcosa di scritto, spesso la prima cosa che
chiede è:
“Ma questo credito è prescritto?”
“Mi dimostrate che il debito esiste davvero e che siete titolati a
chiederlo?”
Al telefono è molto più facile sviare, alzare la voce, dire
“non perda tempo, paghi e chiudiamo tutto”.
Una società che ti manda una PEC o una raccomandata deve:
- indicare
da dove nasce il credito (contratto, fatture, ecc.);
- spiegare
chi era il creditore originario e perché ora lo sta gestendo il
recupero crediti;
- rispettare
le informazioni previste dalla normativa sul credito al consumo e dal
Codice del Consumo, evitando messaggi ingannevoli o aggressivi.
Non tutti hanno voglia di esporsi per iscritto.
d) Call center esterni e script standardizzati
Molte società di recupero crediti – Europa Factor compresa nelle segnalazioni
che riceviamo – delegano le telefonate a call center esterni, spesso con
operatori che leggono uno script standard: importo, minaccia più o meno velata,
proposta di saldo e stralcio.
Scrivere una lettera personalizzata, invece, costa tempo, competenze e
responsabilità. È più facile far chiamare un operatore a basso costo che ripete
lo stesso copione a centinaia di persone al giorno.
Quando il recupero crediti diventa pratica commerciale
aggressiva
Attenzione: recuperare un credito non è di per sé
illegale. Se il debito esiste, qualcuno che lo reclama ci sarà sempre.
Il problema nasce quando il recupero crediti:
- usa pressioni
indebite;
- omette
informazioni fondamentali (come la possibile prescrizione);
- fa
leva su paura, vergogna, minacce velate di pignoramenti o segnalazioni che
non sono immediate né automatiche come vengono raccontate.
Il Codice del Consumo parla chiaro: sono scorrette le
pratiche che limitano in maniera significativa la libertà di scelta del
consumatore, sfruttandone la vulnerabilità o usando intimidazioni compatibili
con le cosiddette “pratiche commerciali aggressive”.
Una telefonata ogni tanto è un sollecito.
Dieci telefonate in pochi giorni, con toni perentori e poco trasparenti,
possono diventare altro.
“Se non mi
scrivono, devo comunque pagare?”
Domanda che sentiamo ogni giorno. La risposta è: non
confondere la telefonata con una prova del debito.
Finché non c’è:
- un contratto
o un documento da cui risulta il tuo debito;
- una comunicazione
scritta chiara, con indicazione dell’importo, del creditore
originario, delle eventuali cessioni del credito;
- una messa
in mora formale o un atto giudiziario,
quello che hai è solo qualcuno che pretende dei soldi al
telefono.
Questo non significa che il debito non esista mai, ma
significa una cosa molto semplice: prima di pagare, devi capire. E per
capire servono documenti, non frasi al telefono.
Il nodo della prescrizione: perché a loro conviene che tu
parli, non che tu legga
Uno dei temi centrali nelle pratiche che riguardano società
come Europa Factor, Credit Factor e molte altre è la prescrizione del
credito.
Se un credito è prescritto, non può più essere preteso giudizialmente.
Ma al telefono, guarda caso, questo dettaglio viene raramente spiegato.
Le telefonate puntano spesso a ottenere da te:
- una ammissione
del debito (“sì, lo so che devo pagare, ma…”);
- magari
un pagamento anche minimo, che per loro può essere spacciato come
riconoscimento del debito.
Perché è importante? Perché in alcuni casi un tuo
comportamento può essere interpretato come riconoscimento e avere
effetti sui termini di prescrizione.
Ecco perché la regola è semplice: prima di parlare, fatti dare tutto per
iscritto e fatti assistere.
Cosa fare se ti chiama una società di recupero crediti
Ecco le regole pratiche, valide che si tratti di Europa
Factor o di qualsiasi altra società di recupero crediti:
- Non
farti mettere fretta
Frasi come “oggi o mai più”, “domani parte il pignoramento”, “è l’ultimo avviso” sono spesso solo pressione psicologica. - Chiedi
subito una comunicazione scritta
Preferibilmente via PEC o raccomandata. Devono indicare: - chi
è il creditore originario;
- da
cosa nasce il credito;
- quanto
ti chiedono di pagare e a che titolo;
- se
si tratta di credito ceduto, da chi a chi.
- Non
ammettere nulla al telefono
Evita frasi tipo “sì, lo so che devo pagare, ma al momento non posso”. Tu non sei tenuto a discutere il merito del debito per via telefonica. - Non
dare dati personali aggiuntivi
Niente codici, numeri di documenti, IBAN, email private, se non sai con certezza chi hai davanti e non hai ricevuto nulla di scritto. - Annota
le telefonate
Giorno, ora, numero chiamante, nome (vero o presunto) dell’operatore, tono, frasi particolarmente pesanti. Queste informazioni possono essere utili per un eventuale esposto al Garante Privacy o all’AGCM. - Valuta
la prescrizione e la legittimità del credito
Non è detto che il credito sia dovuto. A volte è prescritto, a volte ci sono errori, a volte non ci sono prove sufficienti. - Rivolgiti
a un’associazione di consumatori
Prima di firmare qualsiasi piano di rientro o saldo e stralcio, fai verificare tutto. Anche una “firma veloce” può avere conseguenze giuridiche importanti.
Mai più ostaggi
del telefono
Il punto non è “non pagare mai”: se un debito è corretto e
dimostrato, è giusto affrontarlo e negoziarlo nel modo migliore possibile.
Il punto è un altro: non farti schiacciare da telefonate aggressive e poco
trasparenti e poi pagare il giusto.
Se una società di recupero crediti – che si chiami Europa
Factor o in qualunque altro modo – ha davvero qualcosa da chiederti:
- lo
metta per iscritto,
- in
modo chiaro, trasparente e documentato,
- nel
rispetto delle norme e dei tuoi diritti.
Fino a quel momento, il consiglio è semplice:
ascolta poco il telefono, pretendi i documenti e fatti aiutare da chi
difende i consumatori per mestiere.
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