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COSA SUCCEDE AL SISTEMA IMMUNITARIO QUANDO TI FAI UN TATUAGGIO

4 dicembre 2025

Associazione Consumatori

Quando ti fai un tatuaggio non stai solo “colorando” la pelle: stai chiedendo al tuo sistema immunitario di convivere per tutta la vita con un materiale estraneo infilato nel derma.
Non è per forza un male, ma è bene sapere cosa succede, quali sono i rischi reali e cosa puoi fare per ridurli.

Ti riassumo tutto in modo chiaro, senza allarmismi ma senza nascondere la polvere sotto il tappeto.

1. Cosa succede alla pelle quando ti tatui

Il tatuaggio non si ferma nello strato superficiale (epidermide), ma arriva nel derma, lo strato più profondo della pelle, dove l’inchiostro viene depositato con migliaia di micro punture.

Appena l’ago entra in azione succedono tre cose:

  1. Danno tissutale: l’ago crea microferite.
  2. Allarme immunitario: arrivano cellule del sistema immunitario (macrofagi, neutrofili) che cercano di “mangiare” i pigmenti e riparare il danno.
  3. Guarigione: la parte superficiale della pelle guarisce e si desquama; i pigmenti più profondi restano intrappolati nel derma, soprattutto dentro i macrofagi e tra le fibre di collagene.

Il risultato visibile è il disegno. Il risultato invisibile è un “patto” a vita tra il tuo sistema immunitario e quell’inchiostro.

2. Che cos’è davvero l’inchiostro dei tatuaggi

Qui arriviamo al punto critico: l’inchiostro non è tutto uguale.

Molti inchiostri contengono:Wikipedia+1

  • Pigmenti organici o azoici (molti colori vivaci)
  • Metalli pesanti (cromo, nichel, piombo, rame, cadmio in alcune formulazioni)
  • Carbon black (nero) che può contenere idrocarburi policiclici aromatici, composti potenzialmente cancerogeni
  • Additivi, solventi, conservanti, impurità

In più, molte particelle di pigmento sono nanometriche (molto piccole), quindi possono entrare facilmente nelle cellule e non è ancora del tutto chiaro quali effetti a lungo termine possano avere.

Negli ultimi anni l’Unione Europea ha iniziato a limitare e vietare alcune sostanze nelle tattoo ink, ma il mercato è globale e il controllo non è perfetto: inchiostri comprati online o importati da Paesi extra UE possono essere molto meno sicuri.

3. Dove finisce l’inchiostro: non solo nella pelle

Una parte dei pigmenti non resta ferma nel tatuaggio.

Le ricerche hanno mostrato che:

  • I pigmenti vengono trasportati dai macrofagi verso i linfonodi vicini (i “filtri” del sistema linfatico).
  • I linfonodi possono diventare colorati dagli stessi pigmenti del tatuaggio.
  • Tracce di pigmenti possono arrivare anche ad altri organi, almeno in modelli animali.

Un recente filone di studi (su modelli animali, quindi non ancora prova definitiva sull’uomo) ha osservato che:

  • L’inchiostro draina rapidamente ai linfonodi dopo il tatuaggio e si accumula nel tempo.
  • I macrofagi carichi di pigmento possono andare incontro a morte cellulare, mantenendo una infiammazione a bassa intensità nel linfonodo.

Questo non significa automaticamente “malattia”, ma vuol dire che il sistema immunitario non resta indifferente: deve lavorare per gestire questa esposizione cronica.

4. Tatuaggi e vaccini: cosa sta emergendo dagli studi

Una delle novità più discusse (sempre da studi su animali, quindi da prendere con molta prudenza) è il legame tra tatuaggi e risposta ai vaccini:

  • In alcuni esperimenti su topi, tatuati in una certa area e vaccinati nella stessa zona, si è vista una risposta anticorpale ridotta per alcuni vaccini (ad es. un vaccino a mRNA simile a quello contro il COVID), mentre per altri vaccini (come alcuni antinfluenzali inattivati) la risposta era addirittura potenziata.

Tradotto in italiano semplice:

l’inchiostro nel derma e nei linfonodi potrebbe modulare (in su o in giù) la risposta immune locale.

Ma:

  • sono studi su animali,
  • non esistono al momento linee guida ufficiali che dicano “non tatuarti qui” o “il tatuaggio annulla i vaccini”.

Per ora, è buon senso:

  • evitare di fare vaccini importanti direttamente sopra tatuaggi molto recenti o molto estesi;
  • se hai molte aree tatuate, valutare con il medico dove fare il vaccino.

5. Rischi noti sull’asse tatuaggio–sistema immunitario

Qui non parliamo più di ipotesi, ma di problemi realmente osservati nel tempo.

a) Reazioni locali e allergiche

  • Infiammazione persistente (rossore, prurito, gonfiore che non passano)
  • Dermatiti allergiche, soprattutto con pigmenti rossi e gialli
  • Granulomi (nodulini dovuti a reazione da corpo estraneo)
  • Reazioni fotoallergiche: tatuaggio che si infiamma col sole

Qui il sistema immunitario reagisce all’inchiostro come a un “ospite indesiderato”.

b) Infezioni

Il rischio non è solo “cutaneo”, ma anche sistemico:

  • batteri nel materiale o nella pelle possono entrare in circolo ? infezioni anche gravi;
  • se non c’è sterilità rigorosa, si possono teoricamente trasmettere patologie come epatiti, HIV ecc.

Qui il problema è più di igiene che di inchiostro, ma sempre di sistema immunitario parliamo.

c) Coinvolgimento dei linfonodi e diagnosi complicate

I linfonodi vicino ai tatuaggi possono:

  • colorarsi per la presenza di pigmenti;
  • infiammarsi e ingrossarsi.

Questo può:

  • imitare un linfonodo metastatico (cioè con tumore dentro) agli esami di imaging;
  • complicare diagnosi di alcune malattie (es. melanomi, linfomi).

Sono descritti casi in cui i pigmenti nei linfonodi sono stati scambiati per metastasi in pazienti oncologici.

d) Tumori e malattie autoimmuni: cosa sappiamo davvero

  • Alcuni studi indicano un possibile aumento di rischio di linfomi e di alcuni tumori della pelle in persone con tatuaggi molto estesi, ma i dati non sono definitivi.
  • Alcuni componenti dell’inchiostro sono potenziali cancerogeni (ad es. alcuni pigmenti neri e azoici che possono degradarsi in ammine aromatiche).
  • Sono stati riportati rari casi di malattie autoimmuni o tipo sarcoidosi che si manifestano o peggiorano in corrispondenza dei tatuaggi, ma il rapporto causa-effetto non è chiaro.

La sintesi onesta è:

non c’è la prova che il tatuaggio “causi il cancro” o una specifica malattia autoimmune, ma ci sono sufficienti segnali perché le autorità sanitarie stiano tenendo la cosa sotto osservazione.

6. Come ridurre i rischi prima di tatuarsi

Se vuoi farti un tatuaggio, non è obbligatorio farsi prendere dal panico. È obbligatorio, però, ragionare da adulto consapevole.

Ecco una mini-checklist:

  1. Scegli il tatuatore per igiene e serietà, non per il prezzo più basso
    • Studio registrato, strumenti monouso, guanti, superfici pulite.
  2. Chiedi info chiare sull’inchiostro
    • Marca, origine, conformità alle normative UE (es. rispetto delle restrizioni su pigmenti e metalli).
    • Diffida di chi “non sa” o non vuole dirlo.
  3. Valuta la tua storia clinica
    • Se hai malattie autoimmuni, problemi ematologici, terapie immunosoppressive, parla con il tuo medico prima.
  4. Evita “full body” improvvisati
    • Un tatuaggio piccolo è una cosa; coprire rapidamente grandi porzioni di corpo è un’altra storia anche per il sistema immunitario.
  5. Pensa al domani
    • Laser e rimozione possono liberare nel sangue frammenti di pigmenti e prodotti di degradazione, con rischi ancora poco chiari. Meglio pensarci prima.

7. Se hai già tatuaggi: cosa tenere d’occhio

Se sei già molto tatuato, non sei una bomba a orologeria, ma ha senso:

  • Controllare periodicamente la pelle (nei, cambi di colore o rilievo del tatuaggio, zone che prudono o fanno male).
  • Segnalare al medico e al radiologo la presenza di tatuaggi, soprattutto se devi fare esami per sospetto tumore o biopsie linfonodali.
  • Usare protezione solare alta sulla pelle tatuata (e in generale).
  • Non sottovalutare:
    • linfonodi ingrossati e persistenti;
    • rossori cronici sul tatuaggio;
    • sintomi sistemici strani associati a cambiamenti sul tatuaggio.

In tutti questi casi, il riferimento è sempre il medico (medico di base, dermatologo). L’autodiagnosi su Google è una pessima idea.

8. Conclusione: tatuaggio sì o no?

La risposta onesta è:
tatuaggio sì, ma a occhi ben aperti.

  • L’inchiostro dei tatuaggi interagisce davvero con il sistema immunitario, non è solo un “colore innocuo”.
  • Una parte di pigmento viaggia, arriva ai linfonodi e può restare nell’organismo per anni.
  • Esistono rischi a breve termine (infezioni, allergie, infiammazioni) e rischi potenziali a lungo termine ancora in studio.

Se decidi di tatuarti:

  • fallo in uno studio serio,
  • informati sugli inchiostri,
  • non correre dietro solo alla moda del momento.

Se, invece, dopo un tatuaggio hai avuto problemi (reazioni, complicazioni, difficoltà diagnostiche) e ritieni di aver subito un danno, oltre al medico può essere utile confrontarti con un’associazione di consumatori o con un legale per capire se ci sono profili di responsabilità (inchiostri non a norma, mancate informazioni, condizioni igieniche carenti, ecc.).

Foto di Marcelo Bragion da Pixabay
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