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COME SCEGLIERE IL MIGLIOR PANETTONE

1 dicembre 2025

Associazione Consumatori

Perché tutti parlano di panettone… ma pochi leggono cosa c’è scritto sopra

Arriva Natale, scaffali pieni, promo ovunque: panettone “classico”, “gourmet”, “artigianale”, “super farcito”, “maxi risparmio”.
Spoiler: non sono tutti uguali, anche se la scatola sembra urlare il contrario.

Prima di iniziare la lettura l'idea alla base di questo articolo. Compra un solo panettone ma che sia buono. Evita prodotti scarsi e cerca il miglior compromesso tra qualità e prezzo.

La chiave per scegliere un buon panettone industriale è una sola: leggere l’etichetta. Lì dentro trovi tutto: qualità degli ingredienti, tipo di grassi usati, presenza di aromi e conservanti, differenze tra un prodotto “onesto” e uno tirato al massimo solo per costare poco.

Vediamolo punto per punto.

1. Cosa dice la legge: quando si può chiamare davvero “panettone”

Non è solo una parola di fantasia: in Italia “panettone” è una denominazione tutelata per legge dal Decreto 22 luglio 2005.
Per potersi chiamare così, l’impasto deve rispettare alcuni requisiti minimi:fippa.it+1

  • farina di frumento
  • zucchero
  • uova fresche di categoria A o tuorlo, in quantità tale da garantire almeno il 4% di tuorlo
  • burro (non margarina), non meno del 16% sul totale
  • uvetta e scorze di agrumi canditi per almeno il 20%
  • lievito naturale da pasta acida
  • sale

Se una “torta natalizia” non rispetta questi requisiti, non può chiamarsi panettone. E qui arriviamo al primo trucco pratico.

Occhio alla denominazione di vendita

Sulla confezione deve esserci scritto chiaramente, vicino al nome del prodotto:

  • “Panettone”
  • oppure qualcosa tipo: “Panettone con gocce di cioccolato”, “Panettone senza canditi”, ecc.

Se trovi invece scritte come:

  • “Dolce natalizio”
  • “Specialità al forno”
  • “Dolce lievitato”

…quasi sempre significa che non rispetta il disciplinare del panettone. È un prodotto simile, ma con ricetta più “povera” o diversa (meno burro, meno uova, grassi vegetali al posto del burro, aroma artificiale al posto di quello naturale, ecc.).

2. Come leggere l’etichetta del panettone industriale

2.1 Ordine degli ingredienti: chi viene prima pesa di più

Per legge, gli ingredienti sono elencati in ordine decrescente di quantità.portale-etichettatura.lab-to.camcom.it+1

Quindi se leggi:

Farina di frumento, zucchero, uvetta, scorze di agrumi canditi, burro…

…significa che c’è più zucchero che burro, e il burro è relativamente basso rispetto al resto.

Meglio quando vedi qualcosa tipo:

Farina di frumento, burro, zucchero, uova, uvetta, scorze di agrumi canditi…

Qui l’ordine ti dice già che:

  • il burro è presente in buona quantità, non solo “il minimo sindacale”
  • uova e derivati non sono un’ombra in fondo all’elenco

2.2 Burro vs grassi vegetali: il punto decisivo

Per il panettone “legale” il grasso deve essere burro. Non margarina, non “grassi vegetali non idrogenati”, non oli vari.fippa.it+1

Sull’etichetta controlla:

  • se c’è scritto solo “burro” tra i grassi ? bene
  • se leggi “oli e grassi vegetali” (palma, colza, girasole, ecc.) ? è un grande campanello d’allarme: spesso sei di fronte a un dolce “natalizio” e non a un panettone vero, oppure a un prodotto che sfrutta ogni spiraglio possibile per risparmiare.

Alcuni prodotti industriali di fascia medio-alta usano solo burro, rispettando il disciplinare, pur essendo “da supermercato”. Altri invece mischiano o sostituiscono con oli vegetali per abbassare i costi e allungare la conservazione.

3. Additivi, aromi e conservanti: quando “la magia del Natale” è chimica

3.1 Aromi: naturali o “identici al naturale”

Sugli ingredienti puoi trovare:

  • Aromi naturali” ? derivano da sostanze realmente naturali (vaniglia, agrumi, ecc.)
  • Aromi” o “aromi naturali e naturali identici” ? categoria più generica, spesso sintetica, comunque legale ma molto meno “romantica” del profumo di burro e lievitazione naturale.Gruppo Maurizi

Un panettone di qualità si dovrebbe “reggere” su:

  • burro vero
  • lievitazione naturale
  • canditi fatti bene
  • uvetta decente

…non su un’esplosione di aromi aggiunti.

3.2 Emulsionanti e conservanti

Nei panettoni industriali trovi spesso:

  • emulsionanti (es. mono- e digliceridi degli acidi grassi, E471) – servono a rendere l’impasto più soffice e stabile nel tempo
  • conservanti come sorbato di potassio o acido sorbico – ammessi per alcuni prodotti da forno a lunga conservazione, usati per evitare muffe e allungare la durataTutto Camere+1

Non sono automaticamente “il male assoluto”, ma ti danno un’informazione chiara:

  • più è lunga la lista di sigle ed E-qualcosa
  • più sei lontano dal concetto di “prodotto semplice, fresco e artigianale”

Se trovi un panettone industriale con:

  • lista ingredienti corta
  • niente conservanti
  • pochi o nessun emulsionante

…di solito sei su una fascia qualitativa migliore (e si vede nel prezzo).

4. Uvetta, canditi e ingredienti “gourmet”: leggere le percentuali

Il disciplinare prevede almeno il 20% di uvetta e canditi complessivi.fippa.it+1

Spesso sull’etichetta trovi:

Uvetta (18%), scorze di agrumi canditi (12%)…

Qui stai messo bene: il produttore ti dichiara le percentuali reali di quegli ingredienti caratterizzanti. Le norme europee sull’etichettatura (QUID – dichiarazione quantitativa) obbligano spesso a indicare la percentuale degli ingredienti richiamati nel nome o nelle immagini.MIMIT

Stessa cosa per i panettoni “speciali”:

  • “Panettone con gocce di cioccolato (22%)”
  • “Panettone con crema al pistacchio (18%)”

Se la percentuale è bassa (tipo 8–10%) e il prodotto è venduto come “super farcito”, sai già che la promessa è più marketing che sostanza.

5. Tabella nutrizionale: cosa guardare davvero

Sulla tabella nutrizionale, per 100 g di prodotto, concentrati su:

  • Kcal: il panettone sta spesso tra 350 e 420 kcal/100g
  • Grassi totali e grassi saturi: più il prodotto è carico di grassi vegetali discutibili, più i saturi tendono a salire
  • Zuccheri: occhio quando superano di molto i 30 g/100g

Il panettone non è un alimento “leggero”, è un dolce di festa. Ma se vedi valori nutrizionali esageratamente alti rispetto alla media, vuol dire che forse:

  • è pieno di creme, farciture, glasse
  • hanno spinto su zuccheri e grassi per renderlo iper-goloso e meno “panettone classico”

6. “Artigianale”, “tradizionale”, “gourmet”: cosa valgono queste parole?

Le indicazioni tipo:

  • “artigianale”
  • “tradizionale”
  • “ricetta della tradizione”
  • “gourmet”

non sono sempre normate in modo rigido come la parola “panettone”. Di base valgono pochissimo se non sono supportate da:

  • una lista ingredienti coerente (tanto burro, uova, pochi additivi)
  • nessuna presenza di miscele di oli vegetali al posto del burro
  • magari la specifica “lievito madre” o “lievitazione naturale”

La legge prevede che le informazioni in etichetta non siano ingannevoli, ma dentro questi termini c’è tanta creatività di marketing.agrilegal.it+1

7. Panettone industriale: confronto pratico fra due etichette tipo

Immagina due panettoni da supermercato (nomi inventati).

Panettone A – fascia economica

Ingredienti (semplificato):

Farina di frumento, zucchero, oli e grassi vegetali (palma, girasole), uvetta, scorze di agrumi canditi, uova, latte in polvere, sciroppo di glucosio-fruttosio, emulsionanti (E471), aromi, conservanti (sorbato di potassio), lievito, sale.

Cosa ci dice l’etichetta:

  • niente burro, solo grassi vegetali
  • presenza di sciroppo di glucosio-fruttosio
  • diversi additivi e conservanti
  • spesso prezzo molto basso e data di scadenza molto lontana

Risultato: struttura morbida ma “standardizzata”, sapore molto dipendente dagli aromi, prodotto costruito per costare poco e durare tantissimo.

Panettone B – fascia media/alta

Ingredienti (semplificato):

Farina di frumento, burro, zucchero, tuorlo d’uovo, uvetta (20%), scorze di agrumi canditi (15%), lievito naturale (pasta acida), miele, sale, aromi naturali di agrumi e vaniglia.

Qui hai:

  • burro come unico grasso
  • quantità chiare di uvetta e canditi, superiori al minimo
  • lievito naturale
  • niente conservanti e pochi additivi

Risultato: dura meno, va conservato meglio, costa di più. Ma sei molto più vicino a un panettone “vero” anche se lo compri al supermercato.

8. 7 regole veloci per scegliere il panettone al supermercato

Riassumendo, quando sei davanti allo scaffale:

  1. Controlla la denominazione
    Vuoi che ci sia scritto “Panettone”, non solo “dolce natalizio”.
  2. Cerca il burro
    Deve essere il grasso principale, niente mix anonimi di “oli e grassi vegetali”.
  3. Guarda l’ordine degli ingredienti
    Se zucchero e grassi vegetali vengono prima di burro e uova, la qualità non è il massimo.
  4. Leggi la lista degli additivi
    Meno E-qualcosa vedi, meglio è. Emulsionanti e conservanti indicano una ricetta molto “industrializzata”.
  5. Controlla uvetta e canditi
    Se ti dichiarano le percentuali e sono generose (20% e oltre), bene. Se sembrano scomparsi, è marketing spinto.
  6. Valuta la durata
    Scadenza troppo distante + prezzo bassissimo + lista ingredienti chilometrica = prodotto molto “chimico”. Se dura molti mesi, chiediti perché.
  7. Confronta il prezzo al chilo, non solo la confezione
    Un panettone più caro ma con ingredienti puliti e tanto burro può essere una scelta più sensata di tre “mattoni” low cost pieni di grassi scarsi e aromi.

Conclusione: il panettone non è tutto uguale, nemmeno al supermercato

Non serve diventare tecnologi alimentari: basta perdere 30 secondi sull’etichetta per capire se stai comprando:

  • un panettone fatto con burro, uova e lievito madre
    oppure
  • un dolce natalizio qualunque, pompato di aromi e grassi vegetali.

A Natale puoi mangiare quello che vuoi, certo. Ma almeno fallo sapendo cosa c’è davvero dentro. Una scelta consapevole parte sempre da lì: dalla famosa, noiosissima, sottovalutata etichetta.



Foto di Silvia Rao da Pixabay
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