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CARTELLE AMA. COME DIFENDERSI E CONTESTARE

20 novembre 2025

Associazione Consumatori

Le cartelle esattoriali AMA in questi giorni stanno facendo impazzire mezza Roma. Migliaia di avvisi TARI sono arrivati con importi inattesi, errori nei dati e richieste di pagamento che spesso i cittadini faticano a comprendere. AMA parla di un’operazione massiva di recupero dell’evasione, con oltre 70 mila avvisi tra solleciti e accertamenti per gli anni 2019–2024, ma la percentuale di errori è tutt’altro che irrilevante.

Vediamo, con calma, cosa sono queste cartelle, quando sono legittime e cosa fare se pensi che siano sbagliate.

1. Cartelle AMA: cosa sono davvero

Quando parliamo di “cartelle esattoriali AMA” in realtà parliamo di tre cose diverse:

  1. Avviso TARI di pagamento “ordinario”
    È il classico avviso annuale per la tassa rifiuti (Ta.Ri.), spedito da AMA per conto di Roma Capitale, di solito suddiviso in più rate (31 maggio, 31 agosto, 30 novembre per il 2025).
  2. Avviso di accertamento / accertamento esecutivo
    È la “botta” che arriva quando:
    • non risulti dichiarato ai fini TARI (omessa dichiarazione);
    • risultano differenze di superficie o dati che, secondo AMA, comportano un debito arretrato.
      Dal 2024–2025 AMA ha notificato centinaia di migliaia di accertamenti per recuperare anni di presunte evasioni e morosità.
  3. Cartella di pagamento dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione
    Scatta in una fase successiva: se l’avviso TARI o l’accertamento non vengono pagati e diventano definitivi, il debito può essere iscritto a ruolo e affidato all’Agente della riscossione (con interessi, aggio, possibili fermi/pignoramenti).

Quando il cittadino dice “mi è arrivata una cartella AMA”, spesso intende l’avviso di accertamento TARI, non la cartella dell’Agenzia Entrate-Riscossione.

2. Quando la cartella AMA è “pazza”

Gli errori, purtroppo, sono frequenti e in questi mesi stanno emergendo in massa: si parla di decine di migliaia di avvisi con problemi su indirizzi, stati di famiglia, metrature, intestazioni e perfino annualità prescritte.

Una cartella/avviso AMA può essere considerata anomala (la classica “cartella pazza”) quando, ad esempio:

  • ti chiede soldi per immobili che non hai mai posseduto o che hai venduto anni fa;
  • è intestata a persone decedute, ex inquilini o vecchi proprietari;
  • riporta superfici sballate (più metri quadrati di quelli reali);
  • riguarda periodi già pagati, ma i versamenti non risultano registrati;
  • chiede importi per anni ormai prescritti;
  • contiene dati anagrafici evidentemente errati (indirizzo inesistente, nucleo familiare sbagliato, ecc.).

3. Prescrizione della TARI e termini da non dimenticare

La TARI è un tributo locale. Il diritto dell’ente a riscuoterla si prescrive in 5 anni, salvo atti interruttivi (notifiche, solleciti, accertamenti) che fanno ripartire il conteggio. Euroconsumatori

Attenzione a due livelli di tempo:

  • Prescrizione del tributo:
    se ti chiedono nel 2025 somme riferite, per esempio, al 2015–2016, bisogna verificare se:
    • ci sono stati atti notificati nel frattempo;
    • la richiesta è arrivata oltre i 5 anni senza interruzioni: in quel caso puoi eccepire la prescrizione.
  • Termini per reagire alla cartella/avviso:
    • in genere hai circa 60 giorni per presentare ricorso tributario, ma prima conviene quasi sempre tentare l’autotutela direttamente con AMA;
    • se lasci passare i termini, l’avviso diventa definitivo e poi è molto più complicato (e costoso) intervenire.

4. Cosa fare se ti arriva una cartella esattoriale AMA

a) Non buttarla e non ignorarla

Anche se pensi che sia una follia, non lasciare la busta nel cassetto. Gli atti fiscali, ignorati, non spariscono: diventano più pesanti.

b) Controlla subito i dati essenziali

  1. Intestatario
    • Il nome è corretto?
    • Ti riguarda davvero quell’immobile?
  2. Immobile e metratura
    • L’indirizzo è il tuo?
    • La superficie tassata è coerente con quella reale o con quanto dichiarato a suo tempo?
  3. Anni di riferimento
    • A quali annualità si riferisce la richiesta?
    • Sono anni già pagati?
  4. Importi
    • Confronta con gli importi degli anni precedenti: ha un senso, oppure è esploso senza logica?

c) Recupera tutte le prove di pagamento

  • Bollettini PagoPA, bonifici, F24, estratti conto: qualunque traccia del pagamento.
  • Se hai attivato la domiciliazione bancaria, controlla gli addebiti effettuati alle scadenze ufficiali (per il 2025: 31 maggio, 31 agosto, 30 novembre). Amaroma

Tienile in ordine: serviranno per dimostrare che il debito non esiste o è diverso.

d) Chiedi subito chiarimenti scritti ad AMA

Le strade possibili, secondo quanto indicato dalla stessa AMA e dalle notizie degli ultimi giorni, sono: Amaroma

  • Contact center 060606 (Roma Capitale + AMA) per informazioni generali e per farti indirizzare agli uffici competenti;
  • Sportelli TARI AMA (Piazza Caduti della Montagnola, Ostia, ecc.), che in questo periodo hanno anche aperture straordinarie per far fronte all’ondata di cartelle contestate;
  • Modulistica online per l’autotutela sul sito AMA, da inviare tramite PEC o raccomandata.

In ogni caso è fondamentale:

  • mettere per iscritto perché contesti l’avviso (pagamenti già fatti, errori nei dati, prescrizione, ecc.);
  • allegare copia della cartella e delle ricevute di pagamento;
  • conservare ricevuta della PEC o della raccomandata.

e) Istanza di autotutela

L’autotutela è una richiesta con cui chiedi ad AMA di annullare o correggere l’atto perché manifestamente errato (importo sbagliato, soggetto sbagliato, prescrizione ecc.).

Nell’istanza indica:

  • i tuoi dati;
  • riferimenti dell’avviso (numero, data, anni);
  • motivi della contestazione, chiari e puntuali;
  • documenti allegati a supporto.

Negli ultimi mesi una quota significativa delle istanze viene accolta (in alcuni periodi si è parlato di percentuali anche molto elevate, con migliaia di annullamenti o rettifiche).

5. Quando andare in ricorso

Se AMA non risponde, rigetta la tua istanza o ti conferma importi che ritieni comunque infondati, puoi:

  • valutare un ricorso al giudice tributario (ex Commissione Tributaria), di solito entro 60 giorni dalla notifica dell’atto o del diniego;
  • farlo con l’assistenza di un professionista o di un’associazione di consumatori, soprattutto se gli importi sono sostanziosi o se ci sono questioni tecniche (prescrizione, vizi di notifica, errori di calcolo complessi).

 

6. Se il debito è corretto ma non riesci a pagare

Può anche capitare che la cartella non sia “pazza”: il debito esiste, ma non hai la liquidità.

In questo caso:

  • chiedi informazioni sulla rateizzazione all’ente che ha emesso l’atto (AMA per la fase tributo, Agenzia Entrate-Riscossione se è già cartella esattoriale vera e propria);
  • non aspettare il pignoramento: è molto più facile trattare prima che il debito vada in esecuzione.

7. Cosa rischi se non fai nulla

Se non paghi e non contesti:

  1. l’avviso/accertamento diventa definitivo;
  2. il debito può essere iscritto a ruolo e passato all’Agente della riscossione;
  3. si rischiano:
    • interessi e maggiorazioni;
    • fermo amministrativo del veicolo;
    • pignoramento di conti, stipendi, pensioni, ecc. (nel rispetto dei limiti di legge).

Morale: anche se pensi che sia una cartella folle, una reazione scritta e motivata è obbligatoria per non ritrovarti, dopo qualche anno, con problemi molto più pesanti.

8. Come può aiutarti un’associazione di consumatori

Davanti a una cartella esattoriale AMA è facile:

  • farsi prendere dal panico;
  • pagare “per togliersi il pensiero” anche quando la cartella è sbagliata;
  • oppure bloccare tutto e non fare nulla.

Un’associazione di consumatori può:

  • verificare con te se il debito è reale, prescritto o calcolato male;
  • aiutarti a ricostruire i pagamenti e recuperare la documentazione;
  • redigere istanze di autotutela ben motivate;
  • valutare la convenienza di un ricorso e i relativi costi/benefici;
  • assisterti nella richiesta di rateizzazione quando il debito è effettivo.

In sintesi

  • Le cartelle esattoriali AMA (avvisi TARI e accertamenti) non vanno mai ignorate.
  • In questo periodo ce ne sono molte sbagliate: controllare dati, anni, importi e prescrizione è fondamentale.
  • L’autotutela è il primo passo, il ricorso il secondo (quando serve).
  • Se il debito è reale ma pesante, valuta la rateizzazione.

Se ti è appena arrivata una cartella e non sai da dove cominciare, il consiglio spiccio è: prima di pagare o strappare, falla vedere a qualcuno che se ne occupa tutti i giorni. Una contestazione fatta bene, spesso, ti evita di regalare soldi che non devi.

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