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Hai ricevuto una cartella TARI? Ecco come muoverti senza farti prendere dal panico

5 novembre 2025

Associazione Consumatori

Succede più spesso di quanto si pensi: arriva una cartella TARI (la tassa sui rifiuti) e scatta l’allarme. Cifre alte, anni vecchi, calcoli incomprensibili o, peggio, una cartella che riguarda un’abitazione dove non vivi più. Prima di farti prendere dallo sconforto o di correre a pagare alla cieca, fermati un attimo: potrebbe esserci un errore e hai tutto il diritto di chiedere chiarimenti o contestare.

1. Cos’è la TARI e perché arrivano le cartelle

La TARI è la tassa comunale destinata a coprire i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani. Ogni Comune la gestisce in modo autonomo, attraverso la propria società partecipata o tramite l’Agenzia delle Entrate-Riscossione.
Le cartelle possono arrivare per diversi motivi:

  • mancato pagamento di annualità precedenti;
  • errori nei dati catastali o nei metri dichiarati;
  • differenze tra le informazioni del Comune e quelle effettive (ad esempio, un’utenza chiusa che risulta ancora attiva);
  • verifiche incrociate sui registri anagrafici e catastali.

2. Come verificare se la cartella è corretta

Prima di tutto, controlla bene tutti i dati riportati: indirizzo, anno di riferimento, importo e codice tributo.
Puoi:

  • confrontare l’importo con quanto già versato negli anni precedenti;
  • verificare se l’abitazione è effettivamente quella per cui paghi la TARI;
  • controllare se hai ricevuto regolari avvisi di pagamento negli anni contestati.

Se qualcosa non torna, non pagare subito. Hai diritto di chiedere copia del conteggio dettagliato e dei documenti che giustificano la somma richiesta.

3. A chi rivolgersi per chiarimenti

Puoi contattare:

  • l’Ufficio Tributi del tuo Comune, per verificare la correttezza della cartella;
  • l’Agenzia delle Entrate-Riscossione, se si tratta di una cartella esattoriale già notificata;
  • un’associazione di consumatori, per ricevere assistenza nella verifica e nell’eventuale contestazione.

Molti Comuni consentono di presentare un’istanza di autotutela, cioè una richiesta scritta per correggere o annullare la cartella in caso di errore evidente (ad esempio, immobile venduto o metratura errata).

4. Quando è possibile fare ricorso

Se dopo la richiesta di chiarimenti la situazione non si risolve, puoi presentare ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale entro 60 giorni dalla notifica della cartella.
Il ricorso va motivato e accompagnato dai documenti che dimostrano l’errore, come:

  • contratti di vendita o affitto;
  • visure catastali aggiornate;
  • bollette o ricevute dei pagamenti già effettuati;
  • certificati di residenza (in caso di doppia imposizione o immobili non più occupati).

5. Come evitare problemi futuri

Per non ritrovarti di nuovo nella stessa situazione:

  • comunica tempestivamente variazioni di residenza o di proprietà;
  • conserva le ricevute dei pagamenti TARI degli anni precedenti;
  • controlla ogni anno l’avviso di pagamento inviato dal Comune;
  • se hai più immobili, verifica che ognuno sia censito correttamente.

In sintesi

Ricevere una cartella TARI non significa automaticamente dover pagare senza fiatare. Spesso si tratta di errori materiali o di informazioni non aggiornate. Il consiglio è sempre lo stesso: verifica, documenta e, se serve, contesta.
E se la situazione è complessa, affidati a un’associazione di consumatori: potrà aiutarti a capire se la cartella è legittima, a chiedere lo sgravio o a impostare correttamente un ricorso.

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