Legge di Bilancio 2026: stop alla compensazione dei crediti, costi in aumento per imprese e consumatori
5 novembre 2025
La novità inserita nella Legge di Bilancio 2026, in
particolare l’articolo 26 comma 1 che vieterebbe la compensazione dei
crediti d’imposta con versamenti previdenziali e contributivi, rischia di
generare effetti ben al-di là del solo settore dell’autotrasporto – e, in
quanto associazione per la difesa dei consumatori, è nostro compito analizzare
anche il “cosa succede al cittadino/consumatore”.
Qual è la misura
La norma prevede che, a partire dal 1° luglio 2026, i
crediti d’imposta non potranno più essere utilizzati in compensazione per
debiti previdenziali/contributivi. Finora molte imprese – e rischiano di più
quelle del trasporto merci – usavano proprio quei crediti (ad esempio derivanti
dal rimborso delle accise sul carburante) per pagare contributi INPS, INAIL o
altre tasse. Uomini e Trasporti+5cuneo.confartigianato.it+5Confartigianato
Imprese+5
Le associazioni del settore parlano di “macigno sulla liquidità” e “effetti
dirompenti” per le imprese di autotrasporto. Uomini e Trasporti+2FAI+2
Perché come consumatori dovremmo tenerci d’occhio questa
norma
Anche se la norma sembra rivolta alle imprese, i consumatori
ne subiranno indirettamente le conseguenze. Ecco come:
1. Possibile aumento dei costi di trasporto
Se le imprese di trasporto hanno minore liquidità – perché
non possono più compensare i crediti per pagare contributi – aumentano i loro
costi di gestione. Questi costi extra tendono a essere ricaduti sui
clienti: merci più care, prezzi più alti nei negozi, consegne magari meno
frequenti o prorogate.
2. Inflazione “trainata” dai costi imposti
Il rincaro dei costi di trasporto va a sommarsi ad altri
fattori inflattivi: costi del carburante, energia, materie prime. In questo
contesto, la nuova norma può fungere da moltiplicatore del caro-prezzi per i
consumatori.
3. Rischio di minor servizio/perdita di efficienza
Le imprese che rischiano di “fare i conti in rosso”
potrebbero tagliare su manutenzione, qualità del servizio o tempi di consegna –
e questo può ripercuotersi sull’intera filiera: prodotti che arrivano più
tardi, logistica meno curata, possibili costi nascosti aumentati.
4. Maggiore fragilità delle piccole imprese = meno
concorrenza = meno scelta per il consumatore
Se la norma penalizza soprattutto le imprese piccole/medie,
alcune potrebbero uscire dal mercato o ridurre attività. Meno operatori
significa meno concorrenza, e quindi potenzialmente prezzi più alti o servizio
peggiore.
5. Effetti sulle bollette energetiche e sul carico
fiscale
Anche se l’articolo riguarda una norma specifica, il
contesto generale è quello di una manovra finanziaria che prevede modifiche
fiscali e accise che possono riverberarsi sui consumatori – ad esempio sul
carburante, sull’energia elettrica, sulle bollette. Parlamento+2cuneo.confartigianato.it+2
Cosa possiamo consigliare come consumatori (e tutela
collettiva)
Dato il quadro, ecco qualche consiglio concreto che la
vostra associazione potrebbe proporre ai consumatori o mettere in evidenza
nella prossima comunicazione:
- Monitorare
l’andamento dei costi logistica + trasporto: se vedete aumenti inspiegati,
chiedete spiegazioni.
- Valutare
alternative di fornitura/servizio che abbiano trasparenza sui costi di
consegna/trasporto.
- Pressione
politica: chiedere che la norma sia modificata o affiancata da misure di
mitigazione per evitare che i costi vengano scaricati sui consumatori.
- Includere
nel dialogo con imprese e con istituzioni l’importanza di tutela della
catena logistica come servizio pubblico-utile (non solo
commerciale) per i consumatori finali.
- Preparare
comunicazioni di allerta ai consumatori: “attenzione ai rincari derivanti
dalla logistica”, “controlla come varia il costo trasporto nei contratti”,
“chiedi quale voce incide”.
La norma della Legge di Bilancio può sembrare tecnica,
rivolta alle imprese, ma in realtà ha potenziale impatto sui consumatori. Non è
solo una questione “le aziende ce la fanno o no”: è una questione più ampia di servizio,
costi, filiera, e quindi di diritti dei consumatori.
Se l’impatto sarà quello temuto, i consumatori finiranno per pagare la
differenza: prezzi più alti, servizi più fragili, meno scelta. La vostra
associazione può giocare un ruolo chiave nel tenere accesa la luce su questi
meccanismi e tradurre in linguaggio semplice cosa sta succedendo — e cosa si
deve fare.