BOOKING.COM SOTTO ACCUSA: INFORMAZIONI INGANNEVOLI, CONTROLLI ASSENTI E ASSISTENZA FANTASMA
30 ottobre 2025
Per milioni di viaggiatori, Booking.com
è sinonimo di affidabilità. Dalla stanza in centro a Roma al resort esotico in
Thailandia, la piattaforma promette trasparenza, sicurezza e supporto in ogni
fase del viaggio. Dietro l’immagine rassicurante del colosso olandese emergono
sempre più segnalazioni che raccontano un’altra realtà: descrizioni non
corrispondenti alla realtà, inserzioni non controllate e un servizio clienti
incapace di intervenire, anche di fronte a casi evidenti di truffa.
“NON ERA COME NELLE FOTO”:
IL CASO DELLE INFORMAZIONI INGANNEVOLI
Camere che non assomigliano
minimamente a quelle mostrate, hotel che non esistono, costi aggiuntivi non dichiarati:
le segnalazioni pervenute oltre che quelle sui social e sui forum dedicati ai
viaggi si moltiplicano. In molti raccontano di aver trovato strutture sporche,
pericolose o completamente diverse dalle immagini ufficiali, pubblicate sulla
piattaforma senza verifiche concrete.
Le recensioni negative
dovrebbero fare da contrappeso, ma anche qui sorgono dubbi: secondo numerosi utenti,
i feedback critici sembrerebbe che vengono filtrati o resi meno
visibili, mentre quelli positivi restano in primo piano, contribuendo a un
quadro spesso distorto della realtà.
BOOKING SI DIFENDE: “SIAMO
SOLO UN INTERMEDIARIO”. Quando qualcosa va storto, la risposta
della piattaforma è quasi sempre la stessa: Booking.com non è il fornitore
diretto del servizio, ma solo un intermediario tra cliente e struttura. Una
formula che, di fatto, consente all’azienda di scaricare la responsabilità
sugli albergatori, limitandosi a mediare — spesso senza risultati concreti.
Booking incassa copmunque le
commissioni e gestisce la visibilità delle strutture sul portale: un potere che
richiederebbe un controllo più rigoroso delle inserzioni.
ASSISTENZA CLIENTI: QUANDO
L’INTERLOCUTORE È UN ALGORITMO
Chi prova a contattare
l’assistenza racconta di un percorso a ostacoli. Chat automatizzate, risposte preconfezionate
e tempi di attesa infiniti: ottenere un rimborso o anche solo una verifica
oggettiva del problema sembra un’impresa. In diversi casi documentati, gli
utenti hanno ricevuto risposte generiche o promesse di risoluzione non eseguite,
mentre le strutture segnalate continuano ad essere regolarmente online e
prenotabili.
IL CONTO LO PAGANO I
VIAGGIATORI
Il risultato è un sistema in
cui la fiducia dei clienti è la moneta di scambio più sprecata. Booking.com continua
a presentarsi come garante di qualità, ma se non rafforzerà i propri meccanismi
di verifica e non offrirà un’assistenza realmente umana e trasparente, rischia
di trasformarsi da alleato dei viaggiatori a semplice vetrina di annunci
incontrollati.
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