EREDITA' DIGITALE. TUTTO QUELLO CHE DEVI SAPERE
1 agosto 2025

Eredità digitale un vuoto normativo in attesa di
soluzione
L'eredità digitale è l'insieme di tutti i nostri beni e dati
presenti in formato digitale che lasciamo dopo la nostra morte. Non si tratta
solo di qualcosa di astratto, ma di un vero e proprio patrimonio che può avere
un valore economico, affettivo o entrambi.
Ovviamente non ci sono solo aspetti economici e la gestione
di questa eredità, tuttavia, non è affatto scontata. Oramai, infatti, vi sono
molto aspetti che toccano il mondo digitale di una persona. Foto, documenti,
social.
Accanto a questi aspetti più personali, esiste una
componente dell'eredità digitale con un valore economico tangibile.
Rientrano in questa categoria i portafogli di criptovalute (come i
Bitcoin), eventuali NFT (Non-Fungible Token), i guadagni derivanti da un
blog o un canale YouTube, oppure i diritti su opere creative come fotografie,
musica o testi pubblicati online. Anche un semplice account di e-commerce con
un credito residuo o un dominio web di proprietà fa parte di questo patrimonio.
In Italia, la legge sta iniziando a prendere coscienza di
questa nuova realtà. Il Codice della Privacy, ad esempio, riconosce a chi ha un
"interesse proprio" o agisce per "ragioni familiari meritevoli
di protezione" il diritto di accedere ai dati delle persone decedute, a
meno che il defunto non abbia espressamente vietato tale accesso.
Come sostiene lo stesso decalogo edito dal Consiglio
Nazionale del Notariato in Italia così come in Europa, non esiste una
legislazione specifica. Il quadro giuridico in materia di eredità digitale
continua ad essere incerto e in costante evoluzione: attualmente.
Da questa considerazione l’idea di pubblicare il decalogo
Ecco il decalogo in pillole:
1. Non esiste una legislazione specifica, quindi è
importante pianificare il passaggio dell’eredità digitale.
2. Le password non fanno parte dell’eredità digitale, ma
sono chiavi di accesso che vanno custodite ed aggiornate.
3. Le password e le indicazioni su cosa fare in caso di
decesso si possono affidare a una persona di fiducia attraverso il mandato post
mortem o tramite testamento.
4. Affidare la password a qualcuno non vuol dire attribuire
la risorsa cui essa dà accesso.
5. Sono esclusi dalla successione i beni piratati, quelli
concessi in licenza, gli account di firma elettronica e quelli dell’identità
digitale.
6. Le criptovalute sono beni digitali con valore economico.
7. Un conto online è l’estensione virtuale di un conto
reale, e gli eredi possono quindi reclamare quanto spetta loro attraverso i
canali tradizionali.
8. Spesso le società che danno accesso ai servizi online
risiedono all’estero, quindi si rischiano controversie internazionali se non si
esprimono disposizioni sull’eredità digitale.
9. Alcuni servizi permettono di indicare un “contatto
erede”, altri invece in caso di morte prevedono l’eliminazione di tutti i dati.
10. In caso di dubbio, affidatevi al vostro notaio di fiducia.
È importante, quindi, pianificare il passaggio dell’eredità
digitale, anche perché molto spesso le società che danno accesso a servizi,
spazi e piattaforme sulla rete internet hanno la propria sede al di fuori del
territorio dello Stato e dell’Europa. Ciò significa che, in assenza di
disposizioni relative all’eredità digitale, si rischia di incorrere in costose
e imprevedibili controversie internazionali.
Cosa funziona
- Realismo
sul vuoto normativo. Dice senza giri di parole che in Italia (e in
Europa) non c’è ancora una legge specifica sull’eredità digitale: quindi
bisogna pianificare prima, non dopo. Giusto. BitMatIdealista
- Strumenti
pratici. Richiama testamento e mandato post mortem per
gestire dati e istruzioni (chi può accedere a cosa, cosa va cancellato,
ecc.). È esattamente la direzione giusta. BitMat
- Cosa
non passa in successione. Evidenzia esclusioni come licenze
(Netflix/Spotify/Office 365), SPID e firme elettroniche:
utile per smontare false aspettative. BitMat
- Cripto
& conti online. Chiarisce che le criptovalute sono beni
patrimoniali (se recuperi le chiavi) e che un conto online è
l’estensione di un conto reale: quindi rivendicabile dagli eredi. BitMat
- Funzioni
delle piattaforme. Ricorda i contatti erede, gli account
commemorativi o, al contrario, la cancellazione totale prevista da
alcuni provider: serve saperlo prima
Dove dal nostro punto di vista è migliorabile
Dove è migliorabile
- Privacy
post-mortem. Il decalogo sfiora poco il coordinamento con l’art.
2-terdecies del Codice Privacy, che consente a
eredi/mandatari/interessati di esercitare diversi diritti GDPR sui dati
del defunto (con limiti). Andrebbe esplicitato e sviluppato nel dettaglio.
Questa parte, infatti, potrebbe fare la differenza nei rapporti con
banche, PA e piattaforme nel rapporto tra erede e ente/azienda/PA.
- Dettaglio
operativo tech. Zero (o quasi) su 2FA, codici di backup,
password manager e hardware key: nella pratica sono gli
ostacoli veri che bloccano l’accesso agli account, anche quando il
testamento è chiarissimo. (Il decalogo segnala l’importanza delle
password, ma non come gestirle bene.). A tal proposito il decalogo non può fare molto proprio per le
carenze di legge. E’ necessario dunque l’intervento del legislatore.
- Cross-border.
Ricorda che molti provider sono fuori UE e che senza disposizioni si
finisce in contenziosi costosi… verissimo, ma qui servirebbero esempi e playbook
concreti per evitare di schiantarsi contro i ToS delle piattaforme.
Molti servizi online sono di
aziende fuori dall’UE. Se non lasci istruzioni precise su come gestire i tuoi
account quando muori, i familiari rischiano cause e pratiche costose.
Servono esempi concreti e un manuale operativo per non andare a
sbattere contro i Termini di Servizio delle piattaforme.”
Un esempio concreto (per capire l’“impatto”)
- Muore
un utente con Gmail e iCloud.
- Se non
aveva attivato strumenti come Gestione account inattivo (Google) o
Contatto erede/Digital Legacy (Apple), gli eredi potrebbero
dover inviare documenti tradotti e legalizzati; in certi casi, il
provider chiede addirittura un ordine del tribunale del Paese dove ha
sede. Tempi e costi salgono in fretta.
- In
più, i ToS spesso vietano la “cessione” dell’account. Quindi niente
accesso diretto alle email come se niente fosse: si seguono le loro
procedure, punto.
Possibili soluzioni
Proprio il vuoto normativo crea il problema. Esistono
possibili soluzioni (alcune a pagamento) che possono, in parte, sopperire la
mancanza di piattaforme dedicate
La soluzione più semplice (che ha però dei costi) passa
proprio per l’utilizzo di un notaio. Una
soluzione più strutturata e con pieno valore legale, soprattutto se sono in
gioco beni digitali di rilevante valore economico (come criptovalute, NFT,
diritti d'autore), la strada migliore è quella di rivolgersi a un
professionista:
Con il notaio È possibile redigere un mandato post mortem,
un atto con cui si incarica una persona di fiducia (il mandatario) di eseguire
specifiche istruzioni riguardanti il patrimonio digitale. Il notaio può aiutare
a redigere il documento in modo che sia legalmente inattaccabile e a trovare le
modalità più sicure per la conservazione delle credenziali di accesso.
Una soluzione alternativa è l’utilizzo di app di gestione
password (ad esempio) alcune delle quali hanno la funzione di nomina di un
fiduciario.
