Roma Capitale entra in Costituzione: cosa cambia davvero?
31 luglio 2025

Roma entra ufficialmente nella Costituzione. Un passaggio storico, atteso da anni, che finalmente riconosce il ruolo unico della Capitale d’Italia nel nostro ordinamento. Ma cosa significa concretamente questo cambiamento? Perché è stato ritenuto necessario? E cosa cambia per i cittadini romani?
Cosa prevede la riforma
Con l’approvazione definitiva della legge costituzionale, è
stato modificato l’articolo 114 della Costituzione, aggiungendo un comma
specifico:
"Roma è la Capitale della Repubblica. La legge dello Stato disciplina
il suo ordinamento."
In pratica, Roma viene formalmente riconosciuta come entità
a sé stante, con uno status speciale che potrà essere regolato da una legge
dello Stato, distinta rispetto a quella degli altri comuni italiani.
Perché era necessaria
Roma è la sede delle istituzioni centrali: Parlamento,
Presidenza della Repubblica, Governo, Corte Costituzionale. È il cuore
politico, amministrativo e diplomatico dell’Italia. Ma fino ad oggi era
trattata, dal punto di vista giuridico, alla stregua di qualsiasi altro comune.
Questo ha sempre creato un paradosso: la città con i compiti più delicati e
complessi non aveva strumenti speciali per affrontarli.
La modifica costituzionale serve a colmare questo vuoto,
riconoscendo che Roma ha esigenze e responsabilità straordinarie, e quindi ha
bisogno di poteri straordinari.
Cosa cambia per i cittadini
Nel breve periodo, la vita quotidiana dei romani non subirà
trasformazioni evidenti. Ma nel medio-lungo periodo, il nuovo status di Roma
Capitale potrà avere effetti concreti:
- Più
autonomia: Roma potrà avere poteri legislativi o regolamentari su
materie oggi affidate allo Stato o alla Regione, come mobilità,
urbanistica, sicurezza urbana, beni culturali.
- Maggiori
risorse: Potrebbero essere stanziati fondi dedicati per
infrastrutture, trasporti, tutela del patrimonio e gestione dei grandi
eventi.
- Governo
più snello: Con la legge ordinaria attuativa si potrà ridisegnare il
modello di amministrazione, rendendolo più efficiente rispetto all’attuale
sistema comunale-metropolitano, spesso impantanato da sovrapposizioni di
competenze.
Su quali materie potrà legiferare
Non si tratta di una regione a statuto speciale, ma la nuova
Roma Capitale potrà – con legge statale – avere forme particolari di
autonomia amministrativa, regolamentare e finanziaria. Le materie sulle
quali si ipotizza una maggiore autonomia includono:
- Mobilità
e trasporti locali
- Pianificazione
urbanistica
- Tutela
e valorizzazione del patrimonio storico-artistico
- Sicurezza
urbana e videosorveglianza
- Servizi
pubblici locali
- Gestione
dei grandi eventi e accoglienza istituzionale
Tutto dipenderà dalla legge attuativa che dovrà essere
approvata dal Parlamento: sarà questo il vero banco di prova per capire se la
riforma sarà un cambio di passo o solo un titolo onorifico.
Il riconoscimento costituzionale di Roma Capitale è un passo
avanti importante, che va nella direzione di dare finalmente alla città gli
strumenti per svolgere il suo ruolo centrale. Ma non è un punto di arrivo: è
l’inizio di un processo che dovrà essere accompagnato da scelte politiche,
leggi concrete e – soprattutto – una gestione più moderna e responsabile.
Per i cittadini romani, l’auspicio è che questa riforma porti servizi migliori,
più risorse e meno burocrazia. E per l’Italia, che Roma torni ad essere non
solo Capitale per statuto, ma esempio di efficienza e orgoglio nazionale.
