FRIGOTAX: MANCANZA DI RIFERIMENTI NORMATIVI PER I CONSUMATORI
14 settembre 2023
A Roma, alcuni supermercati hanno iniziato ad applicare un sovrapprezzo di 20 centesimi alle bevande conservate in frigorifero. Questa pratica, ribattezzata "frigo tax", è stata criticata da alcuni clienti, che la considerano un'illecita aggiunta ai prezzi.
I supermercati che applicano la "frigo tax" giustificano la pratica con il costo aggiuntivo sostenuto per mantenere le bevande in frigo. Tuttavia questo costo non è giustificabile, dal momento che il prezzo delle bevande è già indicato sulla confezione.
La "frigo tax" ha un impatto significativo sui prezzi delle bevande, che possono aumentare fino al 40%. Questo aumento è particolarmente significativo per i clienti (o lavoratori) che cercano un po' di refrigerio durante la pausa pranzo.
Il problema, almeno dal nostro punto di vista, non è riferibile ad una maggiorazione di prezzo per un (eventuale) servizio fornito. Il problema nasce dalla mancanza di riferimento normativo e di un tariffario certo. La pratica potrebbe essere considerata una violazione del Codice del Consumo, che vieta l'applicazione di prezzi non giustificati.
I consumatori possono difendersi
I consumatori che si sentono danneggiati dalla "frigo tax" possono difendersi in diversi modi. Innanzitutto, possono contattare il supermercato e richiedere spiegazioni. Se non sono soddisfatti della risposta, possono segnalare il caso all'Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM).
L'AGCM può avviare un'istruttoria per verificare se la "frigo tax" è legale. Se l'istruttoria dovesse confermare che la pratica è illecita, l'AGCM potrebbe imporre una sanzione al supermercato. Per effettuare la segnalazioni all'antitrust è necessario visitare il link https://www.agcm.it/servizi/segnala-on-line