AIUTIAMO L'EMILIA ROMAGNA
19 maggio 2023
E' il momento di aiutare l'Emilia Romagna. Ci sono molte associazioni di volontariato che sono attive sul territorio. Altre associazioni no profit e di volontariato sono già impegnate nella raccolta cibo per l'Emilia Romagna.
DONAZIONI EMILIA ROMAGNA PER L'ALLUVIONE
Come inviare in maniera sicura e certa soldi utili per la ricostruzione. La Protezione Civile ha attivato un conto corrente specifico per aiutare le vittime del nubifragio.
Il conto corrente - codice IBAN IT69G0200802435000104428964 - è stato aperto presso Unicredit, ed è intestato all'agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile dell'Emilia-Romagna. I versamenti vanno effettuati con la causale “Alluvione Emilia Romagna”.
LE NOSTRE PROPOSTE PER AIUTARE L'EMILIA ROMAGNA
La nostra sede di Bologna ha redatto alcune ipotesi per porre i giusti aiuti alla regione in difficoltà. Riportiamo l'articolo scritto dall'Avvocato Marco Solferini
"La situazione in Emilia Romagna è molto grave.
I danni sono impegnativi e riguardano una pluralità di beni, siti e attività produttive tanto delle persone fisiche quanto delle persone giuridiche. Ovviamente anche e soprattutto della cosa pubblica che è particolarmente colpita.
Qualunque tipo di intervento dovrà avere da un lato il carattere emergenziale laddove certune infrastrutture non sono rinunciabili ma altresì è necessario che vi sia una studiata programmaticità e una efficiente organizzazione nello svolgere una serie di interventi pubblico/privati tali da massimizzare l'impatto della ripresa.
Sarà una sfida dura nel breve e nel lungo periodo.
Le passate esperienze suggeriscono di adottare una visione non convenzionale e in costante evoluzione nell'ottica di utilizzare l'evidenza scientifica e la ragione, unitamente, per cercare di impiegare le risorse nel modo più efficiente possibile.
Questo significa anche che occorre una cabina di regia sganciata dalle logiche di attribuzione basate sugli "amici degli amici", quelle figure che da sempre svolgono un ruolo di mediazione tra interessi non di sistema ma prevalentemente lobbistici o elitari cercando di mettere d'accordo prima di tutto gli interessi di pochi. Tal prassi molto in uso in tutta la Penisola crea dispersione. Rallenta e provoca un impatto marginale delle somme impiegate.
E' dimostrato che la distribuzione delle risorse su più problemi, a prescindere dallo stanziamento, deve generare sinergie.
Sarà fondamentale che qualunque cabina di regia sia perlomeno supervisionata da persone competenti, svincolate da qualsivoglia criterio di appartenenza che non sia la volontà di fare il maggior bene possibile per tutti coloro che sono danneggiati e per la collettività, intesa come ciascun portatore di interessi nella cosa pubblica.
Alcune proposte che possono essere avanzate e sulle quali si potrebbe lavorare sono le seguenti:
1) Emissioni di pluribond a costo zero per i beneficiari delle attività produttive danneggiate con garanzia ab origine di un soggetto terzo.
2) Moratorie sui consumi (gas, acqua, energia elettrica, servizi, ecc.)
3) Sospensione dei mutui / prestiti per un periodo iniziale di 6 mesi (sia della quota capitale che degli interessi) con successiva agevolazione convenzionale per la ristrutturazione e il consolidamento del debito a condizioni privilegiate.
4) Estensione del microcredito con possibilità di accedervi anche attraverso il prestito sull'onore.
5) Estensione della tregua fiscale e moratoria progressiva dei debiti avanti all'Agente della riscossione; pacchetto di interventi fiscali (detrazione e deduzioni); non sarebbe da escludere l'ipotesi di un forfettario agevolato.
Può essere importante garantire servizi estesi di assistenza professionale che impediscano l'aumento dei licenziamenti o la decentralizzazione dei servizi o le acquisizioni per le imprese che rappresentano un capitale locale. La velocizzazione e lo snellimento delle procedure burocratiche.
Esperienze passate hanno dimostrato che in conseguenza di eventi drammatici come questo nel corso degli anni c'è un forte aumento del ricorso a procedure come l'esdebitazione o il piano di liquidazione quindi occorrerebbe anche parametrare le attuali norme che consentono soluzioni tanto nel diritto fallimentare per le imprese (es. il piano con soluzione di continuità) quanto per le persone fisiche affinchè vengano garantite. Chi non ce la farà deve poter ripartire. Il sistema deve offrire una seconda chance.
Il potenziamento dello strumento già in uso con successo nelle cooperative del workers buyout in particolare per la conversione dei servizi che rappresentano un tessuto fondamentale nel terzo settore.
Queste sono alcune ipotesi; non hanno la pretesa di essere esaustive. Per una definizione programmatica di un piano di risanamento e di ripresa occorrerebbe lavorare su un enorme numero di progetti e di strumenti anche innovativi che certamente coinvolgeranno l'U.E. e che tuttavia abbiamo, come Stato di diritto, nella nostra disponibilità affinchè siano posti in essere. Si tratta di studiare e di lavorare.
E' importante "guardare avanti", tenere presente che terminato il clamore mediatico, come inevitabile accadrà, diventerà una lotta nel lungo periodo. Il nostro sistema economico è basato sull'economia del debito. La gestione del quale non consente la convivenza con le crisi o con la recessione, se non per poco tempo.
E' fondamentale pensare nell'ottica del supporto e del rilancio".