MERCATONE UNO TORNA IN AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA: AI CONSUMATORI CHI CI PENSA?
3 luglio 2019
La vicenda del Gruppo Mercatone conosce nuovi sviluppi: quali novità
rispetto agli impegni disattesi con i consumatori?
Già dal 2015 il Gruppo Mercatone Uno,
preso atto della fase di crisi in cui versava, era stato posto in
Amministrazione Straordinaria. Ad agosto 2018 l’Amministrazione era convinta di
aver individuato due promettenti acquirenti per il complesso aziendale composto
da 68 punti vendita: la Shernon Holding
S.r.l. e la Cosmo S.p.A.
In seguito al fallimento della Shernon Holding S.r.l dello scorso 23
maggio, i commissari straordinari e il curatore fallimentare hanno concordato
il rientro dei complessi aziendali all’Amministrazione Straordinaria.
L’operazione (avallata dal
Tribunale di Bologna con decreto del 7 giugno u.s) consentirà di attivare gli
ammortizzatori sociali in tutela dei circa 1.800 dipendenti. In secondo luogo
l’impresa dovrebbe formalmente tornare in attività, al fine di preservarne il
valore in vista di eventuali futuri acquirenti.
A oggi tuttavia non sono note le
modalità con cui l’esercizio provvisorio dell’attività di impresa si
esplicherà. Nel frattempo, nuovi Commissari Straordinari sono stati nominati lo
scorso 17 giugno dal MiSE, il Ministero
dello Sviluppo Economico.
A fronte dei più recenti
sviluppi, la domanda rimane una sola: AI
CONSUMATORI CHI CI PENSA?
A.E.C.I. si sta attivando per
tutelare i Consumatori che non hanno ricevuto la merce ordinata (e già pagata).
Va innanzitutto precisato che le proposte di commissione firmate all’atto
dell’acconto, costituiscono un contratto di compravendita con patto di
riservato dominio. Pertanto, chiunque abbia versato un acconto ma non abbia
ancora ricevuto la merce e versato il saldo, non è ancora formalmente
proprietario della merce ordinata. In questa tipologia di contratto infatti la
proprietà del bene passa solo al momento del saldo del prezzo.
Ciò ha delle conseguenze pratiche
sulla strategia da seguire. Questo tipo di contratto, dunque, non viene meno
in ragione del fallimento: semplicemente l’obbligo di adempiervi passa
in capo al curatore fallimentare.
Allo stato attuale la situazione si muove lungo un doppio binario:
da un lato abbiamo il Fallimento, unico soggetto attualmente vincolato dai
contratti rimasti inevasi; dall’altro abbiamo l’Amministrazione Straordinaria,
che è materialmente rientrata in possesso del complesso aziendale, incluse le
rimanenze di magazzino.
Il primo step sicuramente per chi si trova in questa situazione (tantissimi, purtroppo) implica dunque l’invio a entrambi i soggetti di una lettera di formale messa in mora. Decorso inutilmente il termine concesso per l’adempimento - in assenza di un riscontro collaborativo da parte del curatore o dell’Amministrazione Straordinaria - il contratto tra le parti sarà da intendersi risolto. A quel punto (e non prima) al consumatore non resterà che tentare di insinuare il proprio credito al passivo fallimentare (c’è tempo fino al 20 settembre). Continueremo, comunque, a tenervi aggiornati sull’evoluzione della situazione: torna a leggerci su questo sito.
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