TEKNOZONE.IT: SEGNALAZIONI PER PRATICHE COMMERCIALI SCORRETTE
25 maggio 2019

Dubbi di AECI sulla affidabilità dell’azienda di e-commerce operante nel
settore della telefonia
Prezzi stracciati, spedizioni
veloci e un’offerta incredibilmente ampia e variegata. Sembra di fare un affare,
ma una volta arrivato il telefono cominciano i guai.
Numerosissime le lamentele ricevute
dalla nostra Associazione di Consumatori ma anche sui social web specializzato.
Le doglianze si estendono a tutte le fasi del ciclo produttivo: dai ritardi
nelle spedizioni, alle difficoltà nel mettersi in contatto col servizio
clienti, fino all’impossibilità di esercitare il diritto di recesso o la
garanzia legale di fronte a vizi del bene.
Se accertate, queste pratiche
destano notevole preoccupazione, andando a ledere inderogabili e fondamentali
diritti del consumatore.
A seguito di alcune segnalazioni
pervenute alla nostra associazione, abbiamo analizzato attentamente le
condizioni applicate da Teknozone,
riscontrando numerose anomalie.
La più rilevante riguarda per
l’appunto il diritto di recesso, il
cui esercizio risulta fortemente limitato. Il servizio di vendita di Smartphone
viene addirittura assimilato a quello di “fornitura di software”. Tale anomalia riporta l’abuso dell’eccezione disposta
all’art. 59 lett. i) del Codice del
Consumo. Questa disposizione esclude infatti il diritto di recesso in caso
di “fornitura di registrazioni audio o
video sigillate o di software informatici sigillati che sono stati aperti dopo
la consegna”.
Appare evidente la capziosità del
ragionamento, che esula completamente dalla ratio
della norma del codice. La stessa infatti riguarda espressamente i “software”, prodotti
che in effetti, una volta aperti, potrebbero essere copiati, scaricati su un
altro dispositivo, o semplicemente usati completamente prima del decorso dei 14
giorni (si pensi, ad es., ad un film su DVD, a un programma su supporto CD,
così come a un videogioco).
Applicare questa disposizione ad
uno smartphone (vale a dire di un
dispositivo che non costituisce un software in sé, ma che al più ne contiene
diversi, costituendone l’hardware, ovvero il supporto fisico), oltre a
essere contrario a ogni logica, preclude completamente al consumatore il
diritto di ispezionare la merce, di verificare la sua idoneità all’uso e
l’assenza di vizi.
In ogni caso, la società si rende
disponibile al recesso anche a seguito dell’attivazione del dispositivo a
fronte dello storno di appena il 40% del valore del bene: ciò a compensazione
della “perdita di valore” che lo stesso avrebbe subito all’atto della sua
apertura ed accensione. Ovviamente in spregio da quanto stabilito dalle leggi
vigenti.
Ulteriori
sospetti sorgono relativamente all’operatività della garanzia legale di 24 mesi, imposta dal Codice del Consumo all’art. 130. Molti utenti lamentano infatti di
essere stati costantemente indirizzati verso le case produttrici per eventuali
riparazioni o sostituzioni. Teknozone
sembra pertanto sottrarsi alla garanzia per i vizi di conformità, la quale deve
ex lege essere prestata dal venditore
(potendosi eventualmente sommare, ma non sostituire, la garanzia convenzionale
del produttore).
Il consumatore ha infatti diritto
di ottenere la riparazione/sostituzione del bene (oppure una equa riduzione del
prezzo) direttamente dal venditore. E’ nulla - ex art. 134 Codice del Consumo -
ogni pattuizione volta ad escludere o limitare questo diritto (ad es. imponendo
al consumatore di avvalersi in primo luogo della garanzia offerta dal
produttore del bene).
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