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BAMBINO AUTISTICO: ASL DEVE PAGARE LE CURE

9 maggio 2019

Associazione Consumatori

La sindrome dello Spettro Autistico può essere  affrontata con il metodo ABA. Tale percorso terapeutico rappresenta, secondo AECI, un vero e proprio diritto sancito dalla Costituzione.

Per questo i nostri legali supportano le famiglie per ottenere un sacro santo diritto. Il diritto alla cura. Cure che spesso hanno costi proibitivi per molte famiglie. Cure a cui spesso le famiglie, per motivi economici, sono costrette a rinunciare.

Un diritto che non può essere disconosciuto ma che, anzi, deve essere riconosciuto a tutti. Lo dicono le sentenze ottenute sino ad oggi. Lo dicono i giudici a cui le famiglie, proprio per un riconoscimento di un diritto di base, sono state costrette a ricorrere.

A.E.C.I. ottiene, ancora una volta la codanna dell'ASL Romana. Il Tribunale di Roma ha emesso sentenza che obbliga l'Azienda Sanitaria a sostenere economicamente le cure ABA (Applied Behavior Analysis) nei confronti di un minore affetto da autismo.

Con l’ordinanza del 17 aprile 2019 il Giudice della sezione Lavoro del Tribunale di Roma, la dott.ssa Pagotto, ha accolto il ricorso cautelare di due genitori, assistiti dall’Avv. Marco Galdieri (legale di AECI Lazio), che avevano adito il Tribunale per far riconoscere il diritto del figlio di appena 6 anni alle cure mediche ABA, che la ASL continuava a negare nonostante le numerose richieste formulate e la difficoltà economica dei genitori a provvedere con continuità.

Il giudice ha accolto le richieste, rigettando l’eccezione di incompetenza della ASL RM2 la quale sosteneva che fosse semmai il Comune a dover provvedere economicamente a tali cure.

La decisione del Tribunale di Roma conferma l’orientamento che si sta delineando in maniera sempre più marcata, secondo cui la ASL deve garantire la terapia ABA quale terapia riconosciuta dalle linee guida sul trattamento dei disturbi dello spettro autistico, così come avviene anche in altre regioni d’Italia. Le ore sono state determinate in base a certificazione di strutture pubbliche e la durata è stata calcolata in un anno, con possibilità ovviamente di rinnovare tale terapia a seguito di ulteriori accertamenti. Nonostante fossero state richieste un numero di ora maggiore di trattamento è evidente che il provvedimento è rivedibile qualora venga accertato dalle strutture competenti che il numero di ore sia in realtà insufficiente, e, cosa più importante, si può ritenere ci siano margini per richiedere la restituzione delle ingenti somme versate da molti genitori per le terapie ABA negli anni passati. 


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