VACCINI: IL PUNTO DEL DOTTOR ROBERTO BURIONI
28 luglio 2016
Roma - 28 luglio 2016
- Torniamo a parlare di vaccini; in realtà parliamo purtroppo di bambini non vaccinati che sono in fin di vita perchè non sono stati vaccinati.
Una bimba di nove mesi, che i giornali riportano non essere stata vaccinata per scelta dei genitori, è ricoverata in gravissime condizioni a causa di una meningite causata da un batterio chiamato emofilo di tipo B. Anche se la malattia è molto seria (il 5% muore e il 30% riporta danni cerebrali permanenti) speriamo che la piccola guarisca perfettamente: se fosse stata correttamente vaccinata nei tempi prescritti non si sarebbe ammalata.
Quando, convinti dagli "antivaccinisti", decidete di omettere o ritardare la vaccinazione esavalente, sappiate che in essa è contenuto il vaccino contro questo batterio (è uno dei due non obbligatori contro i quali sentite sbraitare non solo i soliti fessi, ma pure alcuni politici).
Prima che fosse disponibile il vaccino, l’emofilo era un germe molto pericoloso. Si trasmetteva con le goccioline di saliva da persona a persona, lo si trovava nella gola del 5% della popolazione e quando riusciva a penetrare nell'organismo di un bimbo erano grossi guai. Causava non solo delle infiammazioni molto gravi delle prime vie respiratorie, ma anche delle pericolosissime meningiti come quella che ha colpito questa sfortunata bimba. Per darvi un’idea prima dell’arrivo del vaccino negli Stati Uniti ogni anno ventimila bambini, pur avendo giocato per terra, si ammalavano gravemente e ben mille (avete letto bene: mille) morivano.
La cosa singolare di questa malattia era il fatto che colpiva di rado sopra i 5 anni e quasi tutti i casi più gravi si manifestavano in bambini sotto i due anni, causando la maggioranza delle meningiti in questa fascia di età. Questo accade perché sistema immunitario dei bimbi molto piccoli non riesce a produrre efficacemente anticorpi contro questo batterio il che li lascia – una volta terminata la riserva di anticorpi materni – praticamente indifesi è molto vulnerabili.
L'incapacità del sistema immune di un neonato di produrre anticorpi efficaci, purtroppo, ha per molti anni impedito lo sviluppo di un vaccino efficace: quello disponibile funzionava, ma solo dopo i due anni, quando il rischio già diminuiva per conto proprio. Per cui l’impatto sulla salute dei bambini era minimo.
Ad un certo punto però a dei ricercatori è venuta un’idea brillantissima: coniugare le strutture del batterio a degli stimolanti del sistema immune. Hanno fatto centro. Il nuovo vaccino, sicurissimo ed efficace (la protezione clinica dalla infezione grave è stimata tra il 95 e il 100%), è stato introdotto alla fine degli anni 80 e il suo successo è stato travolgente. Funziona benissimo anche nei neonati e la vaccinazione ha fatto diminuire del 99% (novantanove per cento) il numero dei casi, proteggendo anche i bimbi più indifesi.
Non solo: la vaccinazione ha avuto anche un effetto strabiliante e inaspettato sulla circolazione del batterio, diminuendola drammaticamente e abbattendo il numero dei portatori sani.
Insomma, la fantastica immunità di gregge, proprio quella che gli antivaccinisti vi dicono non esistere! In altre parole questa bimba è un fin di vita non solo perché non è stata vaccinata dai genitori, ma anche perché altri genitori non hanno vaccinato i loro bimbi: da uno di questi ha contratto la malattia (gli adulti sono tutti immuni per avere incontrato questo batterio o uno simile).
L’immunità indotta dalla vaccinazione nei confronti di questo batterio dunque serve, e serve subito: ritardare la somministrazione del vaccino (come vi suggeriscono regolarmente i raglianti antivaccinisti) lascia i vostri figli vulnerabili proprio nel momento in cui sono più in pericolo, per cui non rimandate senza motivo le immunizzazioni, non fareste una cosa buona per il vostro bimbo e lo esporreste a gravi rischi.
Qualcuno potrebbe chiedermi: ma perché allora non vacciniamo i bimbi appena nati? La risposta non è scontata: il vaccino che abbiamo è molto efficace, ma se viene utilizzato in bambini che hanno meno di sei settimane non solo non funziona, ma “paralizza” il sistema immune impedendogli addirittura di rispondere bene alle dosi future di vaccino.
Il momento in cui iniziare a vaccinare è dunque esattamente quando è prescritto, a due mesi, non prima e non dopo. Prima sarebbe troppo presto, dopo sarebbe troppo tardi.
Insomma, gli schemi di vaccinazione sono stati messi a punto da esperti che se ne intendono dopo lunghi studi e rigorose sperimentazioni: modificarli sulla base della vostra opinione personale o su consiglio di qualche somaro che incrociate su internet non è una buona idea. il prezzo della vostra fessaggine rischia di essere pagato dai vostri bambini.
L'articolo è tratto direttamente dalla pagina facebook del Dr. Roberto Burioni che ha autorizzato A.E.C.I. alla pubblicazione.
La notizia a cui fa riferimento il Dr. Roberto Burioni è possibile verificarla a questo LINK
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