SKY ITALIA, SE NE FREGA DELL’OBBLIGO DI CONCILIAZIONE NEI CORECOM E SISTEMATICAMENTE NON RISPETTA LA LEGGE BERSANI.
10 maggio 2010
Sarà che la proprietà di SKY ITALIA (canadese) non è avvezza alle leggi italiane, come del resto altre società di settore (vedi la britannica BT ITALIA). Sarà che invece la stessa proprietà (abituata alla rigidità canadese) pensa che l’Italia sia una sorta di “regno di Bengodi”. Sarà che invece, dietro tutto questo, c’è una profonda mancanza di rispetto dei consumatori italiani.
Di fatto, SKY ITALIA nel momento in cui è chiamata in sede conciliativa ad incontrare i propri clienti per risolvere problemi e controversie sistematicamente non si presenta.
Però la stessa SKY ITALIA, a chi decide di recedere in forma anticipata dal contratto, è subito pronta a chiedere penali e a richiedere il recupero dei crediti con mezzi non riconosciuti dalla legge italiana.
Ma facciamo un po’ di chiarezza su questa prassi illecita divenuta ormai consuetudine. E lo facciamo con un esempio pratico.
Parte Prima
Il nostro amico Mario Rossi decide di recedere dal contratto; e ha diritto di farlo senza pagare nulla, utilizzando il decreto Bersani (D Lgs .7 del 31 gennaio 2007, convertito in Legge n. 40 il 2 aprile 2007) che ha eliminato tutte le penali in caso di recesso anticipato. Mario Rossi invia la sua bella raccomandata, chiedendo a SKY ITALIA le istruzioni per restituire il decoder. E aspetta con pazienza una risposta da SKY ITALIA.
Parte Seconda
Mario Rossi inizia a ricevere diverse telefonate dal Call Centre di SKY ITALIA , che da una parte gli intima il pagamento di fatture successive alla richiesta di recesso e dall’altra lo invita, con proposte commerciali allettanti, a continuare ad essere cliente Sky (il famoso metodo bastone/carota/bastone).
Parte Terza
Mario Rossi non ritiene di dover pagare le fatture che SKY ITALIA gli ha inviato dopo la sua disdetta. Nel frattempo, SKY, senza avvisare Mario Rossi, dà mandato ad una società di recupero crediti. La quale con toni bruschi e perentori – spesso in comunicazioni inviate in busta semplice - intima a Mario Rossi di pagare le fatture in sospeso.
Parte Quarta
Mario Rossi, stanco di ricevere richieste di denaro non dovuto, decide di rivolgersi ad A.E.C.I. che, da questo momento in poi, difenderà e tutelerà i suoi diritti. A.E.C.I., seguendo le indicazioni del Garante per le Comunicazioni che invita a risolvere le controversie in via conciliativa, fa istanza al CoReCom (il Comitato regionale per le Comunicazioni) per incontrare SKY ITALIA e trovare una soluzione.
Segnaliamo che negli ultimi mesi, grazie alla procedura conciliativa e grazie anche all’intervento di associazioni per la difesa dei consumatori come A.E.C.I., una elevata percentuale di consumatori riesce a risolvere positivamente il proprio problema. Naturalmente, quando l’operatore – SKY ITALIA nel caso specifico - si presenta per risolvere la questione.
A.E.C.I. deve a malincuore riconoscere che SKY ITALIA ha deciso di adottare la politica del “menefreghismo”, come dimostra il rifiuto di trovare soluzioni conciliative e la decisione di non presentarsi presso i CORECOM regionali.
SKY ITALIA purtroppo non solo si muove in una situazione di evidente illegalità e abuso, non recependo le istruzioni e dettami della Legge Bersani, ma si muove danneggiando i propri clienti consumatori.
A questo punto, bisogna andare avanti e l’unica possibilità per far valere i diritti del consumatore è denunciare all’Autorità per le Garanzie nelle Telecomunicazioni la procedura poco ortodossa adottata SKY ITALIA ; Autorità che sanzionerà SKY.
IL CONSIGLIO DI A.E.C.I.
A.E.C.I. consiglia di non pagare le fatture ricevute dopo la disdetta del servizio, di non fidarsi di eventuali comunicazioni da parte degli operatori e di non cedere alle intimidazioni.
Come Associazione che difende e tutela i consumatori riteniamo non solo che tali procedure siano illegali, ma che si debba mettere un freno alle Aziende che pensano di poter utilizzare regole e politiche proprie a danno dei consumatori.
A.E.C.I. ti può aiutare se ritieni che i tuoi diritti siano stati violati. Puoi parlare con i nostri esperti per telefono nella sede A.E.C.I. a te più vicina, per e-mail (helpdesk@euroconsumatori.eu) e anche tramite la CHAT ON LINE su www.euroconsumatori.eu.