UMBUNDELING ALL’ITALIANA: AGCOM BOCCIATA DALL’UE
13 dicembre 2013
L’11 luglio scorso l’Autorità per le Telecomunicazioni Italiana annunciava, con un comunicato stampa “provvedimenti relativi alle condizioni tecniche ed economiche di offerta 2013 dei servizi di accesso in rame di Telecom Italia (unbundling del local loop - ULL, bitstream – BS e wholesale line rental - WLR)”
In particolare il provvedimento stabiliva una revisione a ribasso dei costi di unbundling e provvedeva ad inviare la decisione finale a Bruxelles “per il consueto parere” che c’è stato ed è stato infine negativo.
L’AGCOM europeo ha chiesto all’Autorità Italiana di modificare o ritirare la delibera sull’unbundling.
Nel sottolineare che "Agcom non sta agendo in linea con gli obiettivi fissati dall'Articolo 8 della direttiva quadro" del 2002, in cui si chiede di "incoraggiare gli investimenti, inclusi quelli nelle rete di nuova generazione". Bruxelles, fornendo il parere richiesto, chiede all'Autorità italiana di stabilire le tariffe "sulla base di dati aggiornati, che oltre a rispecchiare più accuratamente gli sviluppi del mercato che incidono sul tasso (sovrano) risk-free e sul rischio azionario, riflettano, più in generale, l'esigenza di stabilità, trasparenza e prevedibilità dei prezzi all'ingrosso di accesso alla banda larga evitando shock e fluttuazioni significativi". Attraverso questo processo si potrà garantire "che il meccanismo scelto di recupero dei costi miri a promuovere l'efficienza e la concorrenza sostenibile e massimizzi i benefici dei consumatori".
Per il Commissario Neelie Kroes, "una regolazione che non consente all'operatore regolato un adeguato ritorno sui capitali investiti, non contribuirà certamente a fornire reti moderne a beneficio dei cittadini europei. La regolazione - aggiunge - deve essere basata su metodi economici solidi e dati aggiornati e per assicurare che gli operatori sia regolati sia quelli alternativi abbiano gli incentivi giusti per investire in nuove tecnologie e che la concorrenza non sia falsata".
Tutto da rifare insomma. Ogni nuova misura dovrebbe inoltre tenere conto della raccomandazione sugli obblighi di non discriminazione e sulle metodologie di determinazione dei costi per promuovere la concorrenza e migliorare il contesto per gli investimenti nella banda larga.
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