INTERVENTO DI A.E.C.I. FELTRE PER LA TUTELA DEI REDDITI DA LAVORO DEI NOSTRI SOCI
12 dicembre 2013
Una economia sana produce crescita per l’intero sistema e, quindi e soprattutto, per i consumatori. In una economia sana chi opera in maniera sbagliata crea effetti negativi per l’intero sistema. Opera in maniera scorretta per le aziende che, invece, operano rispettando leggi e pagando le tasse.
A.E.C.I. | ASSOCIAZIONE EUROPEA CONSUMATORI INDIPENDENTI ha deciso di intervenire proprio per la visione della nostra associazione di consumatori. A.E.C.I. crede che un sistema sano di economia produca effetti positivi per gli utenti e consumatori finali.
Il fatto di cui vi vogliamo parlare è legato alla scelta di alcuni lavoratori dipendenti di aderire ai fondi complementari di settore attraverso la trattenuta mensile del rateo di TFR (trattamento di fine rapporto) maturato attraverso la delega data al datore di lavoro.
Certi che il datore di lavoro operi correttamente nei termini previsti il versamento all'ente di previdenza i lavoratori si aspettano di trovare accantonate nel fondo le somme trattenute mensilmente. Purtroppo la nostra associazione ha dovuto riscontrare che questo non sempre accade e si verificano dei casi in cui, nonostante il foglio paga certifichi la trattenuta in menzione il datore di lavoro non effettui il dovuto versamento.
Malauguratamente tale situazione si ripete anche per alcuni lavoratori che hanno stipulato finanziamenti estinguibili mendiate cessione “pro-solvendo” del quinto dello stipendio e che si sono trovati di fronte all'amara sorpresa di ricevere delle diffide di pagamento da parte delle finanziarie e rischiano la revoca del finanziamento nonostante loro non abbiano mai ricevuto le somme perché il datore di lavoro ha operato le trattenute in foglio paga.
È notizia di questi giorni che, a seguito di un nostro esposto, la Direzione Provinciale del Lavoro ha riconosciuto l'istanza del lavoratore tesa ad ottenere il giusto versamento delle somme del Trattamento di Fine Rapporto trattenute dall'azienda e mai versate al fondo complementare.
La nostra associazione ha operato quindi in modo altamente professionale in un ambito che non rientra nella materia del diritto di lavoro ma che ricade in un illecito penalmente perseguibile poiché l'azienda trattiene delle somme di dipendenti diversamente destinate. E lo fa nel silenzio, senza dare al lavoratore nessuna comunicazione almeno informativa che gli permetta di trovare una soluzione “tutelativa” (se possibile) verso i creditori o verso il fondo complementare.
Così, com'è successo in molti casi, il dipendente ha scoperto la propria situazione grazie ai prospetti di trasparenza annuali o, nella peggiore delle ipotesi, con raccomandate di diffida.
L'intervento della nostra associazione in questo caso è stato quello di analizzare compiutamente l'intera documentazione attingendo dalla pluralità di fonti disponibili e proponendo istanza di denuncia alle competenti autorità in materia di lavoro al fine di ottenere il rimborso delle somme non versate a fondo nel corso degli ultimi anni.
Invitiamo i lavoratori che si riconoscano in questa situazione a rivolgersi alla nostra associazione per effettuare le opportune ricerche e verifiche relativamente alle trattenute subite ed il rimborso delle eventuali somme trattenute e non versate.
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