POSTE ITALIANE CHIUDE ALTRI UFFICI POSTALI NEI PICCOLI COMUNI. L'AGCOM INDAGA
7 aprile 2013

Due notizie che lasciano
sconcertati. La prima, uscita proprio in questi giorni. Infatti Il Consiglio di
Amministrazione di Poste Italiane presieduto da Giovanni Ialongo ha approvato
il Bilancio Consolidato 2012 e il progetto di Bilancio della Capogruppo 2012.
Anche nel 2012 il Gruppo
guidato da Massimo Sarmi, ha ottenuto risultati di grande significato nel
complesso scenario di incertezza economica e di contrazione strutturale del
mercato dei servizi postali, confermando la serie di utili che il Gruppo
consegue ininterrottamente oramai dal 2002.
L’esercizio chiude con un
Utile netto di 1.032 milioni di euro e con una redditività che colloca Poste
Italiane al primo posto al mondo tra i principali operatori postali
internazionali.
L’altra notizia lascia
sconcertati. Sia per i consumatori italiani (quello che realmente interessa ad
A.E.C.I) sia per i lavoratori. Infatti mentre Poste Italiane certifica un utile
di circa 1 miliardo di euro dall’altra si prepara a un’altra cura dimagrante.
Ma questa volta l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni vuole vederci
chiaro: vuole essere sicura che il nuovo taglio di uffici postali messi in
cantiere dal gruppo non metta a rischio «la fruibilità del servizio postale
universale», quello che deve essere garantito a tutti i cittadini, dalle «isole
minori» alle «zone rurali e montane».
L’elenco dettagliato degli
sportelli anti-economici è nel piano di razionalizzazione finito sul tavolo
dell’Autorità di settore, dopo che già l’anno scorso la decisione di chiudere i
battenti di oltre 1.000 uffici postali aveva sollevato non poche proteste in
giro per l’Italia: «numerose segnalazioni dei Comuni interessati dagli
interventi di chiusura e/o rimodulazione oraria degli uffici postali», spiega
l’Authority, che manifestavano «dissenso» e lamentavano «le ripercussioni
negative in termini di fruibilità del servizio postale universale».
Va aggiunto che Poste
Italiane (come del resto molte delle società private a partecipazione pubblica)
ha una bassa considerazione dei propri clienti/consumatori. Spesso non risponde
ai reclami. Non pubblica la posta certificata. Inutile dire che è restia a
riconoscere indennizzi per le proprie (frequenti) male fatte.
A.E.C.I. | associazione europea consumatori indipendenti è spesso impegnata contro il gruppo Poste Italiane con ottimi risultati (sia sui prodotti bancari, assicurativi e postali).
