ARSENICO NELL'ACQUA OLTRE I PARAMETRI DI SICUREZZA IMPOSTI DALLA COMUNITA' EUROPEA. LA NOSTRA ASSOCIAZIONE DI CONSUMATORI CHIEDE L'ISTITUZIONE DI UNA AUTORITA'
24 novembre 2010
L'Italia è un paese di origine vulcanica, specie il centro, e le acque che vengono addotte negli acquedotti italiani sono, ovviamente, anche esse di origina vulcanica. Questo comporta che il tasso di arsenico contenute nell'acqua stessa sia molto elevato.
La Comunità Europea infatti stabilisce che il valore contenuto nell'acqua dell'arsenico non debba superare i 10 mg (milligrammi) per litro.
Ricordiamo che l'Ue ha dato risposta negativa alla richiesta italiana di deroghe per innalzare a 50 microgrammi per litro la concentrazione di arsenico nell'acqua destinata al consumo. Per legge, il limite è di 10 microgrammi per litro e "valori di 30, 40 e 50 microgrammi per litro determinerebbero rischi sanitari superiori, in particolare talune forme di cancro". La Comunità europea ha concesso deroghe fino al limite massimo di 20 microgrammi per litro. Molti dei comuni interessati, ben 91, sono nel Lazio, mentre i restanti si trovano in Campania, Lombardia, Toscana, Trentino Alto-Adige e Umbria.
A.E.C.I. chiede l'Istituzione di una Autorità nazionale che controlli l'unico settore ancora non assoggettato a nessuna autorità o, in alternativa, di dotare le Autorità Regionali, create per effetto della legge Galli (26/1994) di potere sanzionatorio. Ciò comporterebbe una difesa dei consumatori a della salute degli stessi efficiente. Il paradosso invece è che settori meno importanti per la stessa salute del cittadino (quello delle telecomunicazioni per esempio) abbiano autorità con potere sanzionatorio mentre quella per il servizio idrico integrato no.
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