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La regione Toscana ricorre alla Corte Costituzionale per impugnazione finanziaria 2013

REGIONE: TOSCANA

Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato a dicembre 2012 la proposta di legge finanziaria 2013 e la proposta di legge «Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2013 e pluriennale 2013/2015». Entrambe hanno avuto il via libera a maggioranza, con il voto contrario di Pdl, Udc, Più Toscana e dei consiglieri Locci e Staccioli del gruppo Misto. Per la legge finanziaria i voti favorevoli sono stati 31 e quelli contrari 19. Per la legge di bilancio i voti favorevoli sono stati 32 e quelli contrari 18. I provvedimenti e gli atti collegati entreranno in vigore dalla data di pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione Toscana.

Nella Finanziaria 2013 vengono salvaguardate, sul versante Irpef, le fasce più basse di reddito e, sul versante Irap, i settori più colpiti dalla crisi e quelli in grado di trainare la Toscana verso la ripresa, oltre alle piccole e piccolissime imprese, come pure le società di persone. L'aumento dell'addizionale Irpef (+0,2% per un reddito fino a 28 mila euro, +0,45% per redditi tra 28 mila e 55 mila euro e +0,5% per reditti superiori) produrrà un maggior gettito di circa 112 milioni e 190 mila euro, tenendo conto delle agevolazioni introdotte per i figli a carico. Tali agevolazioni sono state maggiorate di 50 euro per figlio, aumentate di ulteriori 170 euro per ogni figlio disabile.

«Ci costituiremo in giudizio davanti alla Corte costituzionale. La giunta lo ha già deciso» dice il presidente della Toscana Enrico Rossi. La Regione ricorrerà contro il Governo che ha impugnato la Finanziaria regionale approvata a dicembre: più precisamente la parte che riguarda le nuove aliquote, divise per scaglioni, dell’addizionale regionale Irpef 2013. «Siamo comunque sereni – aggiunge -, convinti della giustezza e legittimità delle decisioni prese».

L’impugnazione del governo è stata notificata il 21 febbraio. Tutto nasce dall’approvazione, due giorni dopo il voto sulla Finanziaria regionale, della legge di stabilità nazionale, che ha cambiato le carte in tavola e modificato la norma. Il Governo contesta tre questioni. Dice che le detrazioni per i figli a carico previste dalla Regione -  fino a 50 euro per figlio, il doppio da quarto in poi, e che si aggiungono a quelle statali – non sarebbero applicabili nel 2013 ma solo a partire dal 2014. In tal caso il problema non riguarda il bilancio regionale ma i toscani, almeno alcuni, che si troverebbero a dover pagare di più: gli uffici della giunta avevano stimato in 20 milioni l’ammontare delle detrazioni. Anziché 93 milioni la Regione ne incasserebbe quindi 113 in più rispetto al 2012.

Il governo contesta anche la «poca progressività» dell’imposta nella sua applicazione toscana. La Regione, a partire dal 2013, aveva deciso un’aliquota dell’1,43% (lo 0,20% in più della base decisa dallo Stato) per i primi due scaglioni di reddito (da 8 a 15 mila e da 14 a 28 mila euro), l’1,68% (+0,45%) da 28 a 55 mila euro e l’1,73% (+0,50%) oltre, per i due successivi scaglioni. Tre aliquote diverse, più lievi di altre Regioni: per il governo invece dovevano essere almeno cinque. Da Roma si solleva anche una questione generale, sul margine di manovra permesso alle Regioni. Sarà ora la Consulta a dover dirimere la questione. Giunta ed uffici regionali sono comunque ragionevolmente certi della legittimità della manovra regionale.

Fino al 2011 sull’addizionale regionale Irpef la Toscana si era limitata ad applicare l’aliquota minima imposta dalla Stato. Dal 2012 l’aveva alzata (dall’1,23% all’1,73%, il massimo permesso) ma solo per la fascia di reddito oltre 75 mila euro.

Fonte: Asca

Intanto il fronte sanità vive in Toscana il suo momento più travagliato. Sicuramente meglio di altre Regioni però anche da noi si moltiplicano le indagini della magistratura. Le procure che aprono fascicoli – più o meno esplorativi – per vedere chiaro sulle modalità di stesura e chiusura dei bilanci delle Aziende sanitarie.

Dopo Massa e Siena ecco Arezzo, Grosseto, Lucca, Pistoia e anche Firenze.

E che ci sia bisogno di racimolare liquidità lo dimostrano i tagli e i disservizi, come liste d’attesa ormai fuor di misura per visite e prestazioni, ma anche il vigore con cui la giunta regionale ha varato nuove azioni per il recupero dei ticket non riscossi in passato, scatenando Equitalia.

Certo è legittimo che si scovi e si sanzioni “i furbetti”, però occorrerebbe dare un segnale forte ai Toscani che venga direttamente dai centri di potere, magari riducendo le spese, gli apparati e gli organismi inutili e soprattutto con un funzionamento più umano della Pubblica Amministrazione.

Cosa aspettiamo a capire che il diritto al lavoro è un diritto essenziale che il cittadino ha, per il suo sostentamento e la sua dignità personale, e mettere in campo delle azioni vere aiutando e incentivando l’iniziativa privata (da sempre nel dna dei toscani) , togliendo la burocrazia,  che ancora oggi strozza il flebile start up di chi decide di mettersi in proprio, con messa a disposizione di incentivi e fondi che basterebbe solo cercare ed ottenere dall’Europa, con progetti seri che rilancino il nostro artigianato, il commercio e il turismo

Altrimenti che ci stiamo a fare nel mercato globale, forse solo per fare bella figura alle nostre banche?

Siamo sicuri che tutti i consumatori facciano tutti i “furbetti” o siano impossibilitati dalla contingente crisi di liquidità ? 

Il termometro dalla base dei consumatori noi di AECI lo abbiamo giorno per giorno in tutte le nostre sedi, quando a causa del malfunzionamento generale sistema lavoro, si rivolgono a noi, non solo dipendenti licenziati, o quelli che, per non perdere il lavoro, non ricevono lo stipendio da mesi, e anche quelli,  come Lavoratori Autonomi (artigiani Commercianti, Professionisti ecc. quelli bollati da sempre come evasori!) che ci chiedono il patrocinio legale gratuito e che anche per la tessera sociale della nostra Associazione ci chiedono di poterla pagare un po’ più in là!

Sicuramente non è solo un problema Toscano e non solo Italiano, ma almeno proviamoci noi creando un sistema Toscana che sia di esempio a tutti.

Intanto AECI TOSCANA non può che auspicare che  l’azione di recupero non finisca come a Firenze, invasa sotto Natale da una marea di cartelle di riscossione sbagliate.

La Asl 10 ammette: hanno dovuto annullare finora 743 richieste di riscossione, ma altre sono in fase di verifica.

AECI TOSCANA

Fabrizio Spinelli

 

14 marzo 2013

Articolo a firma del responsabile Fabrizio Spinelli che si assume totalmente la responsabilità del contenuto del presente articolo. Per comunicazioni dirette scrivere a: toscana@euroconsumatori.eu

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