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ABI: A FEBBRAIO CRESCITA DEI PRESTITI

19 marzo 2014

Associazione Consumatori

A febbraio 2014 i prestiti erogati dalle banche italiane hanno superato l’ammontare complessivo della raccolta: 1.855 miliardi di euro contro 1.717 miliardi. Il perdurare della crisi ha fatto aumentare la rischiosità dei prestiti in Italia: a gennaio le sofferenze nette sono risultate 80,5 mld, le lorde 160,4 mld; il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è del 4,38% a gennaio (4,31% a dicembre 2013; 3,37% a gennaio 2013; 0,86%, prima dell’inizio della crisi). E’ quanto emerge dal Rapporto mensile dell’Abi, Associazione bancaria italiana. Il rapporto sofferenze lorde su impieghi è dell’8,4% a gennaio 2014 (6,4% un anno prima; 2,8% a fine 2007), valore che raggiunge il 14,2% per i piccoli operatori economici, il 13,4% per le imprese ed il 6,5% per le famiglie consumatrici (5,7% a gennaio 2013; 2,9% a fine 2007). Il totale degli affidati in sofferenza ha raggiunto complessivamente il numero di 1.205.000, di cui oltre un milione con un importo unitario in sofferenza inferiore a 125.000 euro.

In Italia diminuisce fortemente, su base annua, la raccolta a medio e lungo termine cioè tramite obbligazioni, (a febbraio 2014 -9,4%, segnando una diminuzione su base annua in valore assoluto di quasi 53 miliardi di euro) il che penalizza l’erogazione dei prestiti a medio e lungo termine. Mentre a febbraio 2014 i depositi aumentano di circa 13,5 mld di euro rispetto a febbraio 2013 (su base annua, +1,1% a febbraio 2014 contro +2,3% di gennaio 2014). L’andamento della raccolta complessiva (depositi da clientela residente + obbligazioni) registra una diminuzione di oltre 39 mld di euro rispetto a febbraio 2013, manifestando a febbraio 2014 una variazione su base annua di -2,2% (-1,9% a gennaio 2014), risentendo della dinamica negativa della raccolta a medio e lungo termine. Dalla fine del 2007, prima dell’inizio della crisi, ad oggi la raccolta da clientela è passata da 1.513 a 1.717 miliardi di euro, segnando un aumento – in valore assoluto – di 204 miliardi.

A febbraio 2014 sostanzialmente stabile la dinamica dei prestiti bancari. Il complesso dei finanziamenti registra un’ulteriore attenuazione della variazione negativa su base annua (-3% dal -4,5% del novembre 2013). Anche i finanziamenti a famiglie e imprese si posizionano sul -2,9% come variazione annua a febbraio 2014, era -2,3% a gennaio 2014 e -4% a dicembre 2013. L’andamento risente del persistere della negativa evoluzione delle principali grandezze macroeconomiche (Pil e Investimenti). Dalla fine del 2007, prima dell’inizio della crisi, ad oggi i prestiti all’economia sono passati da 1.673 a 1.855 miliardi di euro, quelli a famiglie e imprese da 1.279 a 1.430 miliardi di euro.

I tassi di interesse sui prestiti si sono assestati in Italia su livelli storicamente molto bassi: a febbraio il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni si è posizionato al 3,44%(dal 3,50% del mese precedente e segnando il valore più basso da settembre 2011; 5,72% a fine 2007); il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese si è posizionato al 3,42% (3,41% a gennaio 2014; 5,48% a fine 2007). Il tasso medio sul totale dei prestiti è risultato pari al 3,89% (3,90% il mese precedente; 6,18% a fine 2007).

Il tasso medio sul totale della raccolta bancaria da clientela (somma di depositi, obbligazioni e pronti contro termine in euro a famiglie e società non finanziarie) in Italia si è collocato all’1,83% (1,86% a gennaio 2014; 2,89% a fine 2007). Il tasso praticato sui depositi (conti correnti, depositi a risparmio e certificati di deposito) è lievemente diminuito collocandosi allo 0,93% (0,95% a gennaio 2014), così come quello sulle obbligazioni al 3,38% (3,42% a gennaio 2014), mentre quello sui PCT è rimasto stabile all’1,73%.

Lo spread fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie permane in Italia su livelli particolarmente bassi, a febbraio 2014 è risultato pari a 206 punti base (204 punti base a gennaio 2014). Prima dell’inizio della crisi finanziaria tale spread superava i 300 punti (329 punti % a fine 2007).

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