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LO SPI - SINDACATO PENSIONATO ITALIANO (CGIL) DI PIACENZA - RUBAVA SOLDI AI PENSIONATI.

23 maggio 2013

Associazione Consumatori

HA DELL’INCREDIBILE LA TELENOVELAS DELLA SPI-CGIL DI PIACENZA, CON UN TRUCCO INFORMATICO PRELEVAVANO LE QUOTE ASSOCIATIVE CHE I PENSIONATI NON AVEVANO AUTORIZZATO

Con i tempi che corrono se ne sentono di cotte e di crude, ma che il sindacato del pensionati (Spi) della Cgil di Piacenza avesse messo insieme un software truffaldino per poter rubare ai vecchietti le quote associative da loro mai sottoscritte, é una notizia bomba.

La Cgil nazionale ha tentato, da parte sua, in tutti i modi di spegnere I'insostenibile scandalo che era già noto sul finire del mandato di Epifani ma che solo ora é approdato nelle aule del Tribunale di Piacenza dove il processo, forse per la sua delicatezza e complessità, si sta snodando molto lentamente, accompagnato dall'assordante silenzio di tutti i media nazionali che di solito starnazzano per molto meno.

Il processo con-tro le false deleghe Cgil procede a passo di lumaca anche perché, a istruttoria già avanzata, si é scoperto, ad esempio, che il software truffaldino della Cgil, che non guardava in faccia a nessuno  (il requisito per essere spennati era solo quello di essere in pensione) aveva sottratto indebitamente anche le quote della madre di un magistrato che ha dovuto disimpegnarsi dal processo per evidente incompatibilità, essendo stata anche sua madre, fin a quel momento, una inconsapevole parte lesa.

L'aspetto più scabroso di una storia da brividi e di indicibile gravità la si rileva nell'atteggiamento della Cgil regionale e nazionale, la quale anziché fare chiarezza su questa vicenda truffaldina, ha cercato a lungo di spegnere lo scandalo arrivando addirittura a punire, non chi aveva scientificamente organizzato il furto delle quote indebite ai pensionati, ma 'facendo leva, in modo arrogante, sul proprio potere, ha redarguito, allontanato e disperso il gruppo dirigente Cgil che aveva denunciato e combattuto lo scandalo.". Quest'ultima affermazione é stata fatta da Gianfranco Dragoni, figura di spicco e integerrima del sindacalismo cigiellino locale fin dagli anni Cinquanta, sulle colonne del quotidiano locale Libertà che é diretto alla grande da un giornalista di razza come Gaetano Rizzuto.

Potenza del sindacalismo "rosso" affossare chi sa e potrebbe parlare. Lo stesso Dragoni ricorda che, inspiegabilmente "mancano, nel processo, l' lnps e il garante della privacy". Per Dragoni, e noi non possiamo che convenirne, "la truffa della Spi Cgil su Piacenza, é un fatto gravissimo perché centinaia di ignari pensionati, attraverso la penetrazione illegale nel sito informatico dell'Istituto previdenziale, si sono visti trattenere, sulla loro pensione, somme non da loro autorizzate".

Proprio a seguito di questo scandalo l' lnps del monocratico Mastropasqua non si é costituito anche se ha introdotto misure più stringenti contro il ripetersi di altri episodi fraudolenti. E che dire del Garante della privacy al quale é sicuramente giunta la notizia del fatti di Piacenza ma, stranamente, invece di aprire un'istruttoria é immerso in un silenzio tombale. Non solo. Paradosso dei paradossi i difensori degli ex dirigenti Spi-Cgil che hanno gestito e consumato il banchetto, hanno addirittura indicato come referenti per trattare il ritiro della querela a suo tempo presentata da 129 pensionati, addirittura la Spi-Cgil di Piacenza che é la fonte dello scandalo. Spetta alla Camusso, a questo punto, fare il "mea culpa" ufficiale ammettendo le responsabilità pubblicamente e cosi ridando alla Cgil l'autorevolezza che gli compete. 

FONTE: Over 50 – Associazione  Pensionati  Europei 12 Rivista Confeuro Dir. Responsabile Rocco Tiso n.2marzo/aprile20 13

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