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LA CGIL SI PREOCCUPA DELLO SWITCH OFF

24 novembre 2009

 

La CGIL di Roma e del Lazio trova il tempo di dedicarsi al Digitale Terrestre (controllare, confrontare dati, scrivere comunicati stampa) distogliendo a questo punto prezioso tempo alla difesa del lavoratore.

 

Poco importa se la busta paga di un lavoratore italiano è mediamente inferiore del 22% in termini di potere d' acquisto tra i paesi dell' Ocse e di quasi il 14% in Eurolandia.

 

Poco importa se l’Italia si trova in fondo alla classifica relativa al tasso di occupazione (peggio solo Ungheria, Polonia e Turchia); registriamo una delle performance peggiori per l' occupazione femminile (meglio soltanto di Messico e Turchia); solo Grecia e Polonia vanno peggio quanto all' occupazione dei giovani.

 

Poco importa se gli italiani, però, lavorano più della media Ocse: nel 2007 hanno lavorato in media 1.824 ore, dieci in più del 2006, contro una media Ocse di 1.794 ore l' anno.

 

Ma soprattutto poco importa alla CGIL se gli italiani pongono i sindacati italiani agli ultimi posti della classifica sulla fiducia (Gallup | DOXA) e se i precari, i lavoratori a progetto e a consulenza non si sentono tutelati da chi invece si dovrebbe occupare quasi in maniera esclusiva di loro.

 

In fondo, il problema del decoder digitale - che anche noi abbiamo evidenziato (in quanto associazione di tutela dei consumatori) è più importante di tutti i problemi dei lavoratori italiani

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