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F35 E MORTE NEONATALE: LA COSTITUZIONE (PER LA PARTITOCRAZIA) E’ SOLO CARTA STRACCIA

18 febbraio 2015

Associazione Consumatori
In contrazione la spesa pubblica per il sistema Sanitario Nazionale in crescita la spesa pubblica per la Difesa. Due valori che stridono e contrastano con quanto previsto dalla nostra Carta Costituzionale.

Roma 18 febbraio 2015 - In questi giorni sono accaduti alcuni fatti che possono essere esaminati attraverso un paradigma comune: l’applicazione della nostra Carta Costituzionale.

MORTE INFANTILE
Solo per citare le ultime terribili notizie che vanno dalla morte del bimbo di 6 mesi sino alle ultime avvenute nella Regione Siciliana. Notizie che non si vorrebbero mai leggere, notizie che lasciano l’amaro in bocca ma che, razionalmente, rappresentano la punta più estrema (e quindi più evidente) di un sistema sanitario che, è evidente, ha seri problemi di efficienza ed efficacia.

La mortalità dei bambini sotto i 5 anni di vita è un’importante misura del benessere demografico e uno dei più significativi indicatori sociali; permette di correlare la mortalità con i vari momenti dello sviluppo di una popolazione e quindi con le sue condizioni di vita.

Nel nostro paese (FONTE ISTAT*) si registrano tassi di mortalità sotto i 5 anni di vita tra i più bassi del mondo e questo grazie a riforme politico-sanitarie attuate su tutto il territorio nazionale, al miglioramento delle condizioni ambientali e socioeconomiche, all’alfabetizzazione delle donne, allo sviluppo di una cultura dei diritti dell’infanzia, ai progressi della scienza e della medicina e alla lotta contro malattie che una volta erano endemiche nel paese, come per esempio la malaria, la tubercolosi o il morbillo.

Gli ultimi dati a disposizione ( FONTE ISTAT*) indicano che nel 2011 il numero di bambini morti nel primo anno di vita è sceso a 1774 e quello tra 1 e 5 anni a 310.
Ma proprio ultimamente l’OMS ha richiamato l’ITALIA relativamente al record negativo di vaccinazione infantile. In drastico calo nel nostro Paese le vaccinazioni obbligatorie per i bambini, che nel 2013 hanno registrato i dati più bassi dell’ultimo decennio, con il conseguente richiamo dell’Oms.

ARTICOLO 32 DELLA COSTITUZIONE | REVISIONE DELLA SPESA PUBBLICA SANITARIA

La Costituzione italiana riconosce e tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e come interesse della collettività (art.32).
 In relazione a tale principio è stato istituito con la legge n. 833/1978 il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) pubblico, basato sui principi di universalità, uniformità e solidarietà.  

Il Rapporto Oasi 2013 presentato dal Cergas (Centro di ricerche sulla gestione dell'assistenza sanitaria e sociale) sottolinea ancora una volta la natura "sobria" del nostro sistema sanitario, con una spesa pubblica pro capite, pari a 2.419 dollari PPA (dollari parità di potere d'acquisto), significativamente più bassa di quella di Francia (3.133), Germania (3.318) e Regno Unito (2.747). I conti migliorano dal punto di vista del disavanzo, che è "in forte diminuzione a 1,04 miliardi di euro nel 2012 (-17,3% rispetto all'anno precedente), il che equivale allo 0,9% della spesa sanitaria pubblica corrente". I risultati sono notevoli soprattutto nelle regioni soggette a Piani di rientro: il disavanzo della Campania, nel 2012, è un decimo di quello del 2005, quello del Lazio un quinto e quello della Sicilia è sostanzialmente azzerato.

BILANCIO DIFESA IN COSTANTE AUMENTO DAL 2011

2011 - 2013
Nel 2013 il Bilancio della Difesa è passato da 19,96 miliardi a 20,93 in crescita anche rispetto ai 20,55 miliardi del 2011. Tra le diverse voci del Bilancio hanno subito contrazioni minime la funzione Sicurezza Interna (Arma dei Carabinieri) che scende da 5,89 a 5,76 miliardi, le Funzioni Esterne da 99,9 a 99,2 milioni mentre è aumentata di un terzo la spesa per le Pensioni provvisorie del personale in Ausiliaria, in salita da 355,9 milioni a 430,6. La Funzione Difesa, che alimenta Esercito, Marina e Aeronautica ha assorbito la gran parte del Bilancio, visto un incremento dei fondi dai 13,61 miliardi del 2012 (anno in cui si registrò il punto minimo di stanziamenti).

2014 - 2015
Nel 2015 il ministero della Pinotti disporrà per le forze armate – Carabinieri esclusi – di 14 miliardi di fondi propri, dei quali oltre 10 per il personale (in lieve aumento rispetto al 2014), poco più di un miliardo per le spese di esercizio (lieve calo) e 2,7 miliardi per nuovi armamenti, ai quali vanno sommati 2,8 miliardi di contributi Mise allo stesso scopo (in tutto circa 200 milioni in meno rispetto 2014) e quasi un miliardo del fondo Mef per le missioni militari all’estero (stessa cifra del 2014).

F35: 12 MILIARDI DI SPESA PUBBLICA
Il programma F35 prevede l'acquisto da parte dell'Italia di 90 di questi caccia di quinta generazione. L'acquisto del contestato caccia costerà all'Italia 12 miliardi di euro e si calcola che i 90 F35 alla fine rimpiazzeranno circa 250 vecchi velivoli. Sui cacciabombardieri, tra l'altro, l'Italia ha già investito 2 miliardi e mezzo e realizzato a Cameri, in provincia di Novara, lo stabilimento dove verranno costruite le ali e il blocco centrale della fusoliera e che oggi e' stato designato come unico centro di manutenzione in Europa.

Meno soldi per il Sistema Sanitario Nazionale (in sostanza) prestazioni peggiori tanto che in alcune zone (sud Italia) il rischio è quello delle mancate prestazioni (e torniamo alle tristissime storie sopra riportate). Maggiori investimenti, invece per le spese militari.

Il tutto stride con quanto stabilito dall’articolo 11 della nostra Costituzione
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

PS: L'IMMAGINE E' STATA PRELEVATA DAL SITO EMERGENCY

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